EFSA e ECDC su antibiotico resistenza nei batteri zoonotici

Alcuni batteri presenti nell’uomo e negli animali continuano a presentare antibioticoresistenza, secondo quanto affermato in un nuovo rapporto pubblicato dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC). Il rapporto evidenzia alcune questioni emergenti e conferma che l’antibioticoresistenza è una delle più serie minacce per la salute pubblica, poiché riduce l'efficacia delle opzioni terapeutiche.

Alcuni dei risultati emergenti negli animali e negli alimenti:

  • La resistenza agli antibiotici carbapenemici è stata rilevata a livelli molto bassi nel pollame e nella carne di pollo in due Stati membri (quindici ceppi batterici di E. coli). I carbapenemi sono usati per curare infezioni gravi nell'uomo e non sono autorizzati per l'uso negli animali.
  • In ambito clinico è stata osservata resistenza congiunta a più antimicrobici di importanza critica a livelli da bassi a molto bassi in Salmonella (0,2%), Campylobacter (1%) ed E. coli (1%) presente nel pollame.
  • Resistenza alla colistina è stata osservata a livelli bassi (2%) in Salmonella ed E. Coli nel pollame.
  • La prevalenza di E. coli produttore di ESBL nel pollame varia notevolmente negli Stati membri da livelli bassi (inferiori al 10%) a estremamente elevati (oltre il 70%). I batteri che producono enzimi ESBL mostrano multifarmacoresistenza agli antibiotici beta-lattamici, una classe di antibiotici ad ampio spettro che comprende derivati della penicillina, cefalosporine e carbapenemi. Si tratta della prima volta che la presenza di E. coli produttore di beta-lattamasi (ESBL) ad ampio spettro viene monitorata nel pollame e nella carne di pollame.

Nell'uomo:

  • Una su quattro infezioni nell'uomo è causata da batteri di Salmonella caratterizzati da resistenza a tre o più antimicrobici comunemente usati in medicina umana e animale. La percentuale è significativamente più alta in S.Kentucky e S. Infantis (rispettivamente il 76,3% e il 39,4%). 
  • Per la prima volta in quattro Paesi è stata riscontrata S. Kentucky produttrice di ESBL con elevata resistenza alla ciprofloxacina. Non è possibile combattere tali batteri con antibiotici di importanza critica.
  • I batteri del genere Campylobacter, che provocano la più comune malattia veicolata da alimenti nell'UE, mostrano un'elevata resistenza ad antibiotici di largo utilizzo (resistenza alla ciprofloxacina 54,6% in C. jejuni e 63,8% in C. coli; resistenza alla tetraciclina 42,8% in C. jejuni e 64,8% in C. coli). I livelli di resistenza sono aumentati in due dei tre antibiotici analizzati (ciprofloxacina e tetraciclina) ma la resistenza congiunta ad antimicrobici di importanza critica è stabile e complessivamente bassa (0,6% in C. jejuni e 8,0% in C. coli). In alcuni Paesi, tuttavia, almeno una su tre infezioni da C. coli si è rivelata resistente a più antibiotici importanti, lasciando pochissime possibilità di curare infezioni gravi.
Data di pubblicazione: 
28/02/2018
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