Le intossicazioni alimentari da tossine naturali: Guida al riconoscimento e alla prevenzione

F. Assisi, Centro Antiveleni Milano, IZSLER, Ministero della Salute  2016 

Le intossicazioni dovute all’ingestione di alimenti contaminati o contenenti tossine naturali possono essere molto pericolose: non sempre ciò che è naturale è salutare! La conoscenza e l’applicazione di pochi e semplici consigli consentirà il consumo “sicuro” di questi doni offerti dalla natura.

L’intossicazione che si verifica per l’ingestione di vegetali come alimento è in genere dovuta allo scambio di specie tossiche con quelle commestibili, ad esempio la mandragora per borragine o il colchico per aglio selvatico. 

Spesso anche i funghi commestibili sono scambiati con quelli velenosi, come il Cantharellus cibarius (il noto gallinaccio o finferlo) con l’Omphalotus olearius (fungo dell’ulivo) ecc.

Alcuni microrganismi formano tossine che si accumulano nei tessuti di alcuni pesci e il consumo di questi alimenti, determina la comparsa di intossicazioni, anche severe. Le tossine più importanti sono le tossine della sindrome sgombroide, la tetrodoxina, la saxitossina e le ciguatossine, che determinano quadri clinici diversi in rapporto al tipo di tossina: le manifestazioni cliniche variano dai disturbi gastrointestinali, alle vertigini, ai deficit sensoriali e motori. Inoltre se il pesce pescato non è adeguatamente refrigerato, può essere contaminato da notevoli quantità d’istamina e, appena ingerito, scatenare una reazione cutanea con rossore molto intenso, nausea, vomito e mal di testa (Sindrome sgombroide).

Anche la conservazione domestica di verdure e altri alimenti sott’olio può essere pericolosa per la possibile formazione di tossina botulinica che, se ingerita, può causare intossicazioni tanto severe da richiedere ricovero in rianimazione.