Morie di api, gli apicoltori si mobilitano di nuovo

Anche quest’anno avvelenamenti di api, diffusi nei paesi europei e non per cause veterinarie. Il provvedimento di sospensiva dell’uso di neonicotinoidi, adottato a gennaio dalla Comunità Europea, mostra tutta la sua debolezza e le api continuano a morire. Dalla primavera sono ripresi e, anzi, aumentati i fenomeni di avvelenamento di interi apiari in molte regioni italiane collegabili ad attività agricole ben definite, quali la semina del mais e trattamenti di piante da frutto, vite, cereali e ornamentali. Che tali spopolamenti non siano dovuti a cause veterinarie è opinione diffusa e condivisa dai soggetti scientifici indipendenti e confermata dallo specifico monitoraggio veterinario effettuato in 17 paesi della comunità europea (conclusioni EPILOBEE) Infatti, anche se le molecole di neonicotinoidi presenti nelle api si degradano velocemente, è stata individuata la loro presenza nei campioni di api, confermando quindi che sono stati utilizzati in periodi di prefioritura, nonostante espressamente vietato dai regolamenti regionali.

Data di pubblicazione: 
09/07/2014