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Alimenti di origine animale
Origine del latte: Italia. Via libera all'indicazione obbligatoria
Nulla osta dalla Commissione Europea all'indicazione obbligatoria della provenienza delle materie prime di molti prodotti come latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini. Qualora il latte o il latte utilizzato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari, sia stato munto, confezionato e trasformato, nello stesso paese, l'indicazione di origine può essere assolta con l'utilizzo di una sola dicitura: ad esempio \"ORIGINE DEL LATTE: ITALIA\".
Il Mipaaf ha pubblicato il 13° Rapporto sul monitoraggio dell'etichettatura facoltativa delle carni bovine. Il documento si riferisce all'anno 2015. Il Regolamento (CE) n.1760/2000 richiede che le informazioni facoltative aggiunte sulle etichette siano \"oggettive, verificabili dalle Autorità competenti e comprensibili per il consumatore\". Inoltre devono essere conformi al Regolamento UE n.1169/2011.
Per minimizzare l’esposizione umana all’agente della BSE, la Food and Drug Administration, dopo un lungo iter, ha approvato un regolamento definitivo che vieta negli Stati Uniti l'uso di determinati tipi di materiali bovini in alimenti, inclusi integratori, e cosmetici.
Lo scorso febbraio è stato aperto a Parigi il primo distributore automatico di carne fresca. Ad installarlo in rue de Charonne, nell’XI arrondissement della Ville Lumière, è stata la macelleria basca “L’Ami Txulette” la quale permetterà ai suoi clienti di acquistare a qualsiasi ora del giorno e della notte,sette giorni su sette, salsicce e carne di manzo a regolari prezzi di mercato.
Questa ricerca ha confrontato i dati di mortalità totale e per le singole cause emersi nelle coorti britanniche di due grandi studi prospettici di popolazione: l’Oxford Vegetarian Study (OVS) e l'EPIC-Oxford (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition-Oxford), iniziati rispettivamente negli anni ’80 e negli anni ‘90.
Il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato la relazione per semplificare le procedure di autorizzazione dei 'nuovi alimenti' (359 voti a favore, 202 contrari e 127 astenuti). Il testo deve essere ancora votato dal Consiglio. Se approvato dalla plenaria, il testo dovrà essere votato anche dai governi. In caso contrario, ci saranno ulteriori negoziati. L'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, effettuerà una valutazione nei casi in cui un alimento abbia un effetto sulla salute umana.
Le carni rosse e i salumi che hanno subito processi di lavorazione mirati ad aumentarne la conservabilità fanno parte della lista dei cancerogeni del gruppo 1. È quanto detto dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul cancro (Iarc) sulle carni processate e rosse una settimana fa. Il che non equivale, come ha precisato con qualche giorno di ritardo anche la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, «alla richiesta di non mangiare più carni processate». L’elenco annovera 117 sostanze, tra cui il fumo, il benzene, l’amianto, l’alcol e l’arsenico. Tutte sono sicuramente cancerogene.
Un consumo eccessivo di carni rosse, soprattutto di carni rosse lavorate (salumi, insaccati e carne in scatola), aumenta il rischio di sviluppare alcuni tumori. L'aumento del rischio è però proporzionale alla quantità e frequenza dei consumi, per cui gli esperti ritengono che un consumo modesto di carne rossa (una o due volte a settimana al massimo) sia accettabile . L'approfondimento dello Iarc dopo la notizia degli effetti negativi della carne rossa sulla salute.
Una ricerca condotta dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ha indagato quali specie di Vibrio in grado di causare enteropatie siano presenti nei crostacei maggiormente commercializzati nella regione Veneto. Tra febbraio 2011 e luglio 2013, al Mercato Ittico all’ingrosso di Venezia sono stati raccolti 143 campioni, di cui 81 freschi e 62 congelati, delle specie di crostacei maggiormente consumate in Veneto: gamberetti, gamberi grigi, cannocchie, scampi e granchi.
McDonald’s passerà alle uova di galline non allevate in gabbia,nel mercato statunitense e canadese entro 10 anni.L’iniziativa si inserisce nei cambiamenti imposti da un’opinione pubblica sempre più sensibile sia alla qualità nutrizionale degli alimenti e alle condizioni di allevamento degli animali. E quando si muove il colosso degli hamburger, molto spesso i competitori lo seguono, preoccupati di perdere le fette di mercato costituite dai clienti più attenti.