L'agenzia Inglese sulla sicurezza alimentare pubblica i risultati finali di uno studio di un anno su Campylobacter su carne di pollame e relativi imballaggi di carne in vendita in grandi supermercati e piccoli rivenditori indipendenti. I risultati di più di 4000 campioni di pelle di pollo testati tra Febbraio 2014 e Febbraio 2015 mostrano circa il 73% di polli positivi a Campylobacter, con 19 % con il più elevato numero di contaminazione (>1000 cfu/g). Circa il 7% degli imballaggi sono risultati positivi con cinque campioni col più alto tasso di contaminazione.
Nel mese di aprile 2015, in Danimarca, ci sono stati cinque casi di persone infettate dal batterio della listeria in una sola settimana, due delle quali sono decedute in meno di un mese, andando ad aggiungersi alle 17 persone morte per listeriosi lo scorso anno, di cui 12 in meno di un mese. Il focolaio era comparso in agosto e aveva infettato 41 persone. La fonte della contaminazione era stata individuata nelle tradizionali salsicce danesi, le “Rullepeolse”, prodotte da un’azienda vicino a Copenaghen,
A seguito della risoluzione approvata a febbraio dal Parlamento europeo, la Commissione europea sta valutando l'ipotesi di un'etichetta che indichi l'origine della carne presente nei piatti pronti. La cautela dell'esecutivo Ue appare legata soprattutto al problema della valutazione dei costi dell'operazione per le imprese, che poi andrebbero a ricadere sui consumatori.
All'interno del macello le zampe di ungulati devono essere scuoiate o scottate e depilate ai sensi del Regolamento 853/2004. Con il Regolamento 1137/2014 viene data la facoltà agli Stati Membri di consentire tale manipolazione anche presso stabilimenti riconosciuti. La Direzione Generale della Sicurezza Alimentare ha chiarito che \"in coerenza con la normativa comunitaria gli stabilimenti che effettuano le operazioni di cui sopra possono essere anche altri macelli per i quali non è necessario un ulteriore riconoscimento come stabilimento di trasformazione\".
Il commerciante di carne olandese Willy Selten è stato condannato a scontare una condanna di 30 mesi in carcere a seguito della sua partecipazione nello scandalo della carne equina. Selten è stato il direttore di due aziende che acquistavano, disossavano, tagliavano e commercializzavano carne bovina, commercializzata come pura carne bovina, ma che conteneva DNA equino. Si è scoperto che le due aziende avevano acquistato e lavorato grossi volumi di carne equina, ma non esistevano registrazioni che la carne equina venisse lavorata presso quei siti.
L’Autorità irlandese per la sicurezza alimentare (FSAI) ha diffuso i risultati di un monitoraggio microbiologico, che conferma la presenza di agenti patogeni nel latte crudo e nei filtri in linea delle apparecchiature di mungitura. La Listeria monocytogenes e il Campylobacter sono stati rilevati, rispettivamente, nel 7% e 3% di campioni di latte crudo, mentre nei filtri queste percentuali sono notevolmente superiori: 20% e 22%, rispettivamente, il che suggerisce una contaminazione del latte crudo potenzialmente maggiore.
Torna la vera pajata che manca da quasi quattordici anni dalle tavole degli italiani per effetto delle restrizioni sanitarie adottate nel luglio 2001 per far fronte all’emergenza mucca pazza (Bse). E’ questo il risultato della lunga battaglia della Coldiretti culminata con successo con il voto favorevole a Bruxelles dal comitato permanente vegetali, animali, derrate alimentari e mangimi dell’Unione Europea nella serata del 17 marzo per la modifica del regolamento comunitario n. 999/2001 sulle misure di prevenzione e controllo della Bse\".
L’Agenzia belga per la sicurezza della catena alimentare ha pubblicato un parere sui rischi microbici, chimici (compresi quelli allergenici) e fisici collegati al consumo di insetti allevati. Il parere si riferisce a una lista di dieci specie, il cui consumo alimentare è tollerato in Belgio.
La Commissione Europea ha chiesto un parere scientifico a EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, e atteso entro luglio 2015- al fine di definire i potenziali rischi microbiologici, chimici ma anche ambientali di una dieta “a base di insetti”. Se oggi oltre due miliardi di persone nel mondo si nutrono di insetti, in varie parti del globo, uno degli aspetti più critici- al di là di quelli microbiologici- sembra dovuto alle proteine contenute, che in alcuni casi potrebbero provocare reazioni allergiche.
Pietanze esotiche come kebab e sushi sono ormai parte della nostra vita quotidiana essendo considerate soluzioni facili per una cena veloce, in alcuni casi economica, o un pranzo di lavoro. A fronte di questo crescente successo gli esercizi si moltiplicano, anche se periodicamente c’è chi lancia allarmi sui potenziali rischi collegati al cibo “straniero”. Per questo, è particolarmente utile un’iniziativa della Azienda Usl Bologna mira a valutarne la sicurezza, e ad aiutare i gestori di kebab e sushi a garantire la qualità dei loro prodotti.