Tutela del benessere dei suini nell'allevamento intensivo

Introduzione alle norme sulla tutela dei suini

L’applicazione dei requisiti minimi per la protezione dei suini si estrinseca nella Direttiva della Commissione Europea 2008/120 e si applica a tutte le categorie di suini (scrofe e scrofette, verri, lattonzoli, suinetti e suini all’ingrasso). La legislazione si pone come obiettivi:

  • Migliorare la qualità delle superfici di pavimentazione,
  • Accrescere lo spazio disponibile per scrofe e scrofette,
  • Introdurre un elevato livello di formazione e competenze del personale riguardo al benessere animale,
  • Stabilire requisiti per i livelli di luce e rumore,
  • Fornire accesso permanente ad acqua fresca e materiale da grufolare,
  • Stabilire un minimo livello di età per lo svezzamento dei suinetti (Fonte).

Quest’ultima Direttiva e la Direttiva 1998/58 del Consiglio sulla protezione degli animali allevati a scopo zootecnico, si fondano sul rispetto delle cinque libertà presentate per la prima volta dal governo britannico nel 1965 nel rapporto Brambell.

Le cinque libertà e l'allevamento intensivo

Le cinque libertà rappresentano il fondamento su cui si basano oggi numerose metodologie di valutazione del benessere animale. Il rispetto di queste libertà fondamentali garantisce all’animale la possibilità di adattarsi all’ambiente in cui vive. Esse sono: 

  • Libertà dalla fame, dalla sete e dalla malnutrizione.
  • Libertà da disagi determinati dall'ambiente.
  • Libertà da sofferenza, ferite e malattie.
  • Libertà di manifestare il proprio comportamento tipico della specie.
  • Libertà dalla paura e dallo stress.

Il modello delle cinque libertà può essere applicato per guidare la gestione del benessere degli animali ad uso zootecnico. Un ambiente sicuro e ricco di stimoli consente agli animali di innescare comportamenti per loro appaganti, come ad esempio l’esplorazione nei suini. L’obiettivo primario è quello di conciliare le esigenze degli animali espresse attraverso le cinque libertà con quelle dell’allevamento intensivo, attraverso l’applicazione di buone pratiche di allevamento.

I video

La realizzazione di due video sull’allevamento intensivo del suino in Emilia-Romagna, ha  lo scopo  informare il cittadino in merito ai requisiti minimi di benessere animale previsti dalla legislazione Europea.

Situazione attuale in Emilia-Romagna

Sono circa 4.000 gli allevamenti attivi nella regione Emilia-Romagna, per un totale di circa un milione e cento mila suini presenti sul territorio. Si tratta prevalentemente di razze suine pesanti che a fine ciclo possono arrivare a 170 kg o più.

La peculiarità dell’allevamento intensivo suino nella Regione Emilia-Romagna è quello di ricercare attraverso la genetica, i tempi e le modalità di allevamento la produzione di un suino pesante dal quale ottenere prosciutti destinati alla stagionatura. I prosciutti dei suini nati e allevati in Italia entrano nei circuiti di produzione di marchi territoriali di origine protetta.

Nel resto dell’Europa invece, si tende a produrre un suino cosiddetto leggero macellato al raggiungimento dei 90-100Kg destinato alla produzione di carne da consumo.

Gli allevatori e gli Stati membri devono garantire che i requisiti minimi siano applicati, ma sono liberi di adottare dei requisiti di benessere animale più elevati.