Regione Emilia-Romagna: dalla prevenzione alla presa in carico dell'obesità
L’obesità infantile ha raggiunto proporzioni allarmanti in tutto il mondo, rappresentando un problema di sanità pubblica anche nella regione Emilia‐Romagna e nell’intero paese. Sulla base dei dati dell’indagine OKkio alla Salute 2016, in Emilia-Romagna 1 bambino su 3, fra i bambini di 8-9 anni, risulta in eccesso ponderale, evidenziando la necessità di perseguire e implementare le azioni per prevenire l’eccesso di peso e promuovere sane abitudini alimentari e motorie fin dall’infanzia. L’obesità nei bambini è strettamente correlata allo stato ponderale dei genitori, al loro status socio‐economico e alla loro scolarità. Risulta perciò necessario attuare una strategia integrata che comprenda: promozione della salute, prevenzione primaria, rilevazione precoce della condizione di sovrappeso e obesità nel bambino, assistenza sanitaria modulata in base alle effettive esigenze coniugando efficacia e sostenibilità.
In relazione a tali requisiti, la Regione Emilia‐Romagna ha sviluppato da diversi anni una strategia organica per contrastare l’obesità infantile mediante le azioni contenute nei Piani Regionali della Prevenzione (PRP).
E’ necessario intervenire il più precocemente possibile e in particolare ancor prima della nascita del bambino (periodo pre‐concezionale e gestazionale) e predisporre interventi a carattere multifattoriale che facciano perno sulle principali figure educative per il bambino, in particolare famiglia e scuola, ricercando il contributo di tutti gli attori della comunità locale in grado di svolgere un ruolo attivo per contrastare il problema. Tutto questo per interferire con il cosiddetto “ambiente obesogenico” elemento critico per la diffusione dell’eccesso di peso nella popolazione infantile e adulta. È inoltre indispensabile dare continuità nel tempo agli interventi, attraverso il perseguimento del “buon esempio” e di “comportamenti coerenti” in tutti gli ambiti educativi.
Relativamente alle dinamiche di sviluppo dell’obesità nei bambini e della sua persistenza
nell’adulto, tre sono i principali periodi a rischio:
- Gravidanza e primo anno di vita
- Età di manifestazione dell’adiposity rebound
- Adolescenza
Per ciascuno di questi periodi, e lungo tutta la crescita del bambino, è necessario attuare interventi coordinati e continuativi per la prevenzione dell’eccesso di peso. Durante la gravidanza fondamentale è il contributo delle strutture e degli operatori sanitari deputati all’assistenza in questo specifico momento (consultori famigliari, reparti di ostetricia e ginecologia, ginecologi privati), mentre dopo la nascita e nei primi anni di vita essenziale è il ruolo della famiglia e il supporto dei pediatri di libera scelta (PLS). Successivamente, a partire dai 3 anni di vita, si affianca il contributo della scuola, anche attraverso la refezione scolastica. Infine, durante la crescita del bambino, svolgono una funzione rilevante le strutture e le società sportive con il loro personale (allenatori, educatori, accompagnatori) che accolgono il bambino o l’adolescente, oltre, naturalmente, alle amministrazioni locali e agli altri membri della comunità, che tramite centri di aggregazione giovanile, associazioni di volontariato, peer territoriali, produttori e commercianti del settore alimentare e altri ancora, sono in grado di operare scelte strategiche in termini di educazione e di esempio concreto per contrastare stili di vita non salutari.
Sulla base di tali osservazioni e considerazioni, in continuità con i programmi realizzati negli anni scorsi, la Regione Emilia‐Romagna, anche nel PRP 2015‐2018, ha sviluppato programmi multidisciplinari che coinvolgono numerosi partner sui temi della promozione di sani stili di vita e della prevenzione dell’obesità nelle età a rischio definite in precedenza, e che includono, con una strategia di rete, non solo l’ambito più strettamente sanitario, ma anche gli altri attori del sociale in grado di svolgere un ruolo (Progetti di Comunità).
