Cosa si può creare dai fondi di caffè? Una pellicola di plastica biocompatibile

La forte passione del mondo per il caffè si traduce in milioni di tonnellate di fondi di caffè usati che ogni anno finiscono in discarica e, decomponendosi, emettono metano, una delle cause principali del riscaldamento globale.

Per far sì che questo tipo di rifiuto non arrivi in discarica, contribuendo al contempo all’economia circolare, il centro spagnolo di tecnologia delle materie plastiche, AIMPLAS, ha creato una pellicola di plastica derivata da fondi di caffè usati, trasformando così un rifiuto in un prodotto prezioso. Tale sforzo fa parte del progetto WaysTUP!, finanziato dall’UE, che si impegna a istituire nuove catene del valore per l’impiego dei rifiuti organici urbani.

La pellicola di plastica biocompatibile di AIMPLAS è prodotta utilizzando poliidrossialcanoati (PHA) derivanti dai fondi di caffè usati dei ristoranti e raccolti dall’azienda bio-bean, con sede nel Regno Unito, anch’essa partner del progetto WaysTUP!. I PHA sono un gruppo di poliesteri biodegradabili prodotti in natura da microrganismi.

Oltre ad avvalersi dei fondi di caffè usati per la produzione di PHA, i partner di WaysTUP! ne hanno anche scoperto altri impieghi. bio-bean, infatti, usufruisce di questi rifiuti per produrre olio di caffè, mentre l’azienda spagnola di biotecnologie Biopolis estrae aromi, polifenoli, oli e carotenoidi dai fondi di caffè usati forniti dall’azienda Agricultores de la Vega de València, che coordina il progetto. Infine, l’azienda italiana partner, Novamont, si occupa della produzione di acidi bicarbossilici a catena lunga necessari per la sintesi dei poliesteri.

Tuttavia, WaysTUP! non si concentra unicamente sul caffè, poiché presenta una serie di processi di trasformazione dei rifiuti organici urbani in prodotti biocompatibili preziosi, partendo da diverse materie prime. I sottoprodotti della carne, come ad esempio sangue, ossa, scarti, pelle, tessuti adiposi, corna, zoccoli, piedi, crani e viscere, sono usati al fine di produrre enzimi per peptidi attivi e di tenderizzazione. I rifiuti ittici, che comprendono teste, code, pelle, interiora e pinne, fungono da materie prime per la generazione di peptidi attivi e gelatina. I rifiuti organici differenziati di tipo domestico sono a loro volta utilizzati per creare farina ricca di proteine per mangimi animali e biosolventi. PHA, acidi bicarbossilici a catena lunga e bioplastiche sono realizzati con oli da cucina usati. Il materiale cellulosico di scarto risultante dagli impianti di trattamento dei rifiuti e delle acque reflue è in fase di conversione per ottenere bioetanolo e biosolventi. Ultimo, ma non meno importante, i fanghi di depurazione servono per produrre biochar, un tipo di carbone originato dalla decomposizione termica della biomassa.

Data di pubblicazione: 
16/01/2023
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