IZSLER: "Provvedere, prevedere, prevenire". 100 anni di risposte alle emergenze

Venerdì 13 maggio, nell'Auditorium del Museo Santa Giulia di Brescia, si è tenuto l'evento dedicato ai 100 anni dalla fondazione dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna.

Nel riportare i saluti dell'Assessore alle Politiche della Salute della Regione Emilia-Romagna, Raffaele DoniniGiuseppe Diegoli, Direttore del Servizio Prevenzione Collettività e Sanità Pubblica - Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare, nella sua introduzione ha ricordato anche "l'importanza del ruolo dell'Istituto in questi cento anni e la forte collaborazione che ha rappresentato per le nostre due Regioni, Emilia-Romagna e Lombardia. Nei nostri due territori lo Zooprofilattico produce il 50% delle attività laboratoristiche di tutti gli zooprofilattici italiani. La produzione delle nostre due Regioni rappresenta il 60% dell'export e l'80% delle produzioni zootecniche, quindi rappresentiamo non solo un importante centro produttivo ma anche di indagine e di ricerca".

E ancora "sanità animale, sicurezza alimentare, benessere animale, formazione e ricerca sono e rimangono le classiche attività dell'Istituto. Ora però occorre focalizzare il futuro dell'ipotesi di investimento per tutta l'attività diagnostica. Non dobbiamo perdere come zooprofilattico l'esperienza che è stata acquisita durante il periodo Covid. La consuetudine ad effettuare screening di massa nella sanità animale ha fatto si' che i laboratori di Brescia, Pavia e Modena abbiano garantito fin dall'inizio della pandemia un processo di grandi numeri di campioni provenienti dalla sanità pubblica con elevatissima attendibilità e rapidità. Ma anche le attività di sequenziamento delle varianti Covid e la ricerca del Covid nelle acque reflue. Tutto questo è diventato un modello nazionale che viene implementato su tutto il territorio del paese" conclude Diegoli.

 

 

 

Materiale tratto dalla cartella stampa

L'Istituto è nato per rispondere e fronteggiare una emergenza, quella dell'afta epizootica che portò, nel 1921, gli allevatori ad autotassarsi per creare una struttura di supporto che permettesse loro di allevare i propri capi di bestiame in salute.

Venivano così gettate le basi di quelli che sono stati i capisaldi dell'attività dell'Istituto nel contesto della sanità pubblica veterinaria per il secolo successivo: la sorveglianza epidemiologica, l'autocontrollo, la prevenzione, anche e soprattutto la produzione di vaccini, la diagnosi delle malattie emergenti attraverso la earty detection, il controllo e la eradicazione di quelle esistenti mediante lo sviluppo di reagenti e test diagnostici.

Tra le minacce che il mondo animale e la comunità umana dovranno affrontare nei prossimi anni ci sono senz'altro le malattie infettive, che tornano in auge dopo decenni di trascuratezza. Se la globalizzazione favorendo i contatti tra le persone e i commerci ha potuto favorire e favorirà nuovi patogeni, i cambiamenti climatici favoriscono lo sviluppo e la diffusione di alcune specie di artropodi e nello specifico quelle che si avvantaggiano della presenza umana, delle sue attività e della diminuzione della biodiversità che Homo sapiens ha provocato.

La sicurezza alimentare ha preso avvio proprio con la nascita dell'Istituto e non era disgiunta dalla sanità animale, perché il principio base era, ed è tutt'ora valido, che dagli animali sani si ottengono alimenti sani, e dagli animali sani si ottengono alimenti senza residui farmacologici.

La sicurezza alimentare tecnicamente è nata come attività di laboratorio a supporto dell'igiene della macellazione sia domestica che artigianale per poi evolvere negli anni in quella industriale.

Nel campo della sicurezza alimentare, il primo approccio analitico ad attivarsi è stato quello dell'esame batteriologico delle carne, ma a partire dalla fine degli anni '60 con il problema degli estrogeni nelle carni, ha preso avvio anche quello di tipo chimico. Nei decenni a seguire si è trasformata ed estesa in ricerca chimica sempre più sensibile e specifica di anabolizzanti comprendendo quindi gli ormoni naturali, gli ormoni sintetici e i beta agonisti.

Tra le emergenze va ricordata quella del 1999 per cui l'Istituto ha affrontato la crisi della diossina nelle carni provenienti dal Belgio. La presenza di policlorobifenili (PCB) e diossine nelle materie prime per i mangimi ha determinato la contaminazione delle principali filiere alimentari animali come la carne, il latte e le uova.

Nel 2003 invece è scoppiata l'emergenza della presenza di carne di cavallo negli hamburger di bovino. Nello stesso anno, in seguito ad una stagione estiva molto calda e siccitosa, si sono concretizzate le condizioni favorevoli per lo sviluppo di funghi patogeni microscopici, prevalentemente nel genere Aspergillus e Penicillium in grado di colonizzare le colture cerealicole. La contaminazione è avvenuta prevalentemente in capo durante la fase di coltivazione del mais. Questi funghi possono essere considerati degli agenti patogeni per la pianta ma soprattutto in particolari condizioni, sono in grado di produrre delle aflatossine che sono responsabili di fenomeni di tossicità cronica e acuta sia nell'uomo che nell'animale.

Nel 2005 è scoppiato il caso "ITX" (isopropiltioxantone) negli alimenti confezionati in contenitori di poliaccoppiato

Nel 2007, l'Istituto affronta il problema della diossina nella mozzarella di bufala.

Sempre come emergenza legata alla presenza di virus di rilevanza nella sicurezza alimentare va ricordata quella verificatosi nel periodo giugno-luglio 2009, dove un focolaio di gastroenterite ha coinvolto oltre 300 persone in alcuni paesi del Lago di Garda (sponda bresciana) a seguito di consumo di acqua di rete. La causa individuata dal Laboratori Controllo Alimenti di IZSLER ha permesso di individuare come agenti eziologici 2 virus: Norovirus e Rotavirus.

L'ultima, in ordine di tempo, e tutt'ora in corso è quella della contaminazione da ossido di etilene in materie prime per l'industria alimentare come la farina di guar, la frutta secca tra cui i semi di sesamo, gli integratori alimentari ma soprattutto i prodotti alimentari finiti e pronti al consumo come i gelati.

Nella logica di massima valorizzazione delle capacità tecnico-scientifiche di IZLER nel settore della sorveglianza molecolare dei patogeni, IZSLER è stato chiamato a contribuire anche alla sorveglianza delle varianti di SARS-CoV2 sul territorio delle proprie regioni, nel corso degli ultimi due anni. In questo ambito, l'ente è parte del sistema nazionale di sorveglianza, al quale contribuisce sia come esecutore di analisi molecolari che come fornitore di supporto tecnico-scientifico per la formazione di altri laboratori del sistema.

 

Marcella Zanellato (giornalista)

 

 

 

 

 

Data di pubblicazione: 
13/05/2022
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