L’uso degli insetti come mangime: influenze sulla qualità della carne?

La ricerca e lo sviluppo di mangimi sostenibili per l’alimentazione animale è uno dei temi più caldi degli ultimi anni. Tra le diverse opzioni, gli insetti sono considerati tra le alternative più adatte a sostituire o integrare i mangimi convenzionali.

Quadro normativo in continuo sviluppo

La normativa a livello mondiale sull’uso di prodotti a base di insetti come mangime è estremamente eterogenea. Anche nell’Unione Europea il quadro normativo è oggetto di continuo sviluppo. Nel 2015, gli insetti sono stati inseriti dal Parlamento Europeo nella categoria dei “novel food”; da quel momento, sono iniziati gli iter di approvazione per l’uso degli insetti, che hanno portato nel 2021 all’approvazione dell’EFSA della tarma della farina come alimento. Il regolamento UE 2017/893 consente l’uso di proteine animali processate (PAP) ottenute da insetti solo in acquacultura e per gli animali da laboratorio e da compagnia; l’impiego per l’alimentazione delle specie avicole e dei suini non era normato da tale regolamento. Al contrario, consente l’uso della frazione grassa estratta dagli insetti come ingrediente alimentare per qualsiasi specie animale. Tuttavia, l’entrata in vigore del nuovo regolamento UE 2021/1372 ha portato delle importanti novità: con la modifica l’allegato IV del regolamento CE 999/2001, è stato eliminato il divieto di utilizzo dei PAP (comprese quelle ​​derivate dagli insetti) nei mangimi per pollame e suini.

Interesse del mondo scientifico ed accademico

Negli ultimi cinque anni sono stati pubblicati numerosi studi sull’uso degli insetti per l’alimentazione animale. Una recente review del Dipartimento di Medicina, Produzione e Sanità Animale (Università di Padova) ha raccolto e descritto tutti risultati presenti sull’argomento: in particolare, è stato correlato l’uso di alcune specie di insetto, come la mosca soldato nera (Hermetia illucens), la tarma della farina (Tenebrio molitor) e il bombice del gelso (Bombyx mori), alle caratteristiche chimico-fisiche e sensoriali delle carni di pollamesuino e coniglio. L’inserimento degli insetti nella razione ha raramente modificato le caratteristiche chimico-fisiche e sensoriali delle carni testate. Al contrario, è stata notata una variazione nel profilo in acidi grassi della carne che, come è noto, negli animali monogastrici è dipendente dalla dieta assunta. È interessante sottolineare come il profilo in acidi grassi della carne è risultato differente a seconda del tipo di insetto incluso nella dieta:

  • Mosca soldato nera: carni con prevalenza di acidi grassi saturi; questo è stato riscontrato sia nelle carni avicole, che suine, che cunicole
  • Tarma della farina: carni con prevalenza di acidi grassi monoinsaturi
  • Bombice del gelso: carni con prevalenza di acidi grassi insaturi, tra cui degli acidi grassi omega-3
A cosa è dovuto il forte interesse per l’uso degli insetti come mangime?

Nel 2014 la FAO, in occasione della prima conferenza internazionale “Insetti per nutrire il mondo”, ne ha proposto l’impiego come possibile fonte nutrizionale alternativa, sia per l’uomo che per gli animali. La ricerca di fonti alimentari alternative è una sfida degli ultimi anni per fronteggiare la scarsità di materie prime lo sviluppo demografico della popolazione umana. Per quanto riguarda la nutrizione animale, dobbiamo ricordare che, in natura, gli insetti sono parte integrante delle diete di numerose specie animali, come gli uccelli, i pesci e alcuni mammiferi, tra cui i cinghiali.

Data di pubblicazione: 
07/12/2021
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