Agenzia Ambientale Europea: report sulle emissioni degli stabilimenti industriali

L’Agenzia ambientale europea (EEA), con un report diffuso mercoledì 29 settembre, scrive che le emissioni degli stabilimenti industriali hanno provocato, nel suo 2017, danni ambientali e sanitari stimati tra i 277 e i 433 milioni di euro.
Le stime sono contenute nel briefing intitolato ‘Counting the costs of industrial pollution‘, e si basano sui dati sulle emissioni del Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti (E-PRTR).
Nonostante i significativi progressi nella riduzione degli impatti sull’ambiente e sul clima, scrive l’EEA in una nota, “i costi sociali dell’inquinamento atmosferico industriale rimangono elevati”. Le cifre stimate, infatti, sono equivalenti “a circa il 3% del Pil dell’Unione”, e “superiori alla produzione economica totale di molti Stati membri”.
Gli effetti dell’inquinamento sono sia sanitari – ovvero malattie e morti premature – che ambientali, come il deterioramento di ecosistemi, habitat e colture. Per tutti questi, il report ha stimato un valore monetario.
Degli oltre 11.000 siti che segnalano emissioni inquinanti nel registro E-PRTR, scrive il briefing, metà delle esternalità negative titoli sono prodotte da soli 211 siti, che si trovano soprattutto in Germania, Regno Unito, Polonia, Spagna e Italia.
Secondo l’agenzia dell’UE, l’inquinamento atmosferico causato dalle centrali termiche, per lo più alimentate a carbone, è il più pericoloso per la salute e l’ambiente, seguito dalle emissioni dell’industria pesante, e da quelle legate alla produzione e alla lavorazione dei combustibili. Seguono le industrie più leggere, la gestione dei rifiuti, l’allevamento e il trattamento delle acque reflue.