Alimenti senza lattosio: facciamo chiarezza

26/11/2019

Non sono rare le immagini promozionali di persone festanti e giulive che si nutrono di alimenti senza lattosio. Ma perché tanta felicità? Quali sono i benefici che si ottengono privandosi di questo nutriente? Cerchiamo di capire.

Il lattosio è uno zucchero “complesso” in quanto formato dai due zuccheri “semplici” glucosio e galattosio.

Esso è presente soltanto nel latte dei mammiferi (incluso ovviamente il latte della donna); nella sua forma “complessa” è scarsamente utile ai fini nutrizionali.

Per renderlo “utilizzabile” e in grado di fornire il suo apporto energetico, è necessario che i due componenti siano “separati”. Ciò avviene grazie a un enzima chiamato “lattasi”. Questo enzima è prodotto e si localizza nella superficie dell’intestino; è presente in grande abbondanza nel periodo neonatale quando l’unico alimento è il latte materno. Man mano che l’alimentazione varia si può avere una decrescita della produzione di lattasi e quindi una minore possibilità di “liberare” separatamente il glucosio e il galattosio.

Nell’universo lattiero-caseario ci sono, però, anche prodotti naturalmente a basso contenuto di lattosio come yogurt e latti fermentati in cui i batteri lattici hanno un’azione pre-digestiva, così come formaggi a lunga stagionatura come Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Pecorino in cui il processo di stagionatura porta il lattosio a livelli prossimi allo zero, come analogamente accade per il gorgonzola, grazie alla triplice fermentazione necessaria per la sua produzione. 

Esistono in commercio molti surrogati vegetali del latte e dei prodotti lattiero caseari. Si tratta di bevande o di altri prodotti derivati (“similformaggi”, panna, gelati, ecc.) a base di vegetali (soia, riso, avena, orzo, mandorle, ecc.) dedicati ai vegetariani e/o ai vegani, spesso impropriamente denominati come prodotti lattiero caseari. Trattandosi di alimenti vegetali essi non possono contenere lattosio.

Impariamo a diffidare degli alimenti di origine vegetale con la dizione “senza lattosio”. Se la stessa dizione compare su un prodotto lattiero caseario (latte, latticini, formaggi) ci possiamo fidare perché sappiamo che si tratta di un alimento completo reso sicuro anche per gli intolleranti al lattosio.

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