Allevamento degli animali e ormoni anabolizzanti: cosa sapere (2 parte)

27/05/2020

Nel precedente appuntamento, avevamo concluso che è necessario non abbassare la guardia. L’uso  “grossolano” di ormoni comporta delle lesioni negli animali molto evidenti al momento della macellazione. La presenza di tali lesioni comporta l’esclusione delle carni dal consumo alimentare. Per superare tale problema i “frodatori” hanno messo a punto dei preparati costituiti da miscele di ormoni  in cui i singoli principi attivi sono presenti in concentrazioni molto basse e tali da non provocare alterazioni molto evidenti negli animali e che, soprattutto, “residuano” in concentrazioni  difficilmente rilevabili con i vecchi metodi di analisi. Per contrastare queste illegalità sono stati messi a punto nuovi metodi di analisi molto sofisticati che consentono di identificare concentrazioni infinitesime dei vari ormoni e quindi tenere sotto controllo il fenomeno.

In alternativa agli ormoni “classici” sono state utilizzate illegalmente altre sostanze e in particolare i beta agonisti e l’ormone della crescita.

L’allevamento degli animali deve essere fatto in modo tale da garantire la salute e il benessere degli animali e anche di garantire un ottimo livello di sicurezza per i consumatori. Le sostanze utilizzate a scopo anabolizzante non danno tali garanzie e il loro impiego non è stato consentito nella UE. In altri Paesi, e in particolare negli USA, si è pensato soprattutto ai vantaggi “economici” e, pur tenendo conto della sicurezza degli alimenti, il benessere degli animali sembra essere meno importante.

Gli animali da allevamento non sono delle macchine “alimentari”, ma degli esseri viventi che hanno il diritto di essere rispettati ed essere mantenuti in vita nelle migliori condizioni possibili. Gli ormoni , oltre ai potenziali pericoli dei “residui”, non garantiscono questo diritto.

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