Carne coltivata: l'ok della FDA mentre l'Italia dice "no ai cibi creati in laboratorio"

22/11/2022

Con un pronunciamento che probabilmente sarà ricordato, ma che non è ancora il via libera definitivo, la Food and Drug Administration ha inviato un primo sì ai nugget di carne di pollo coltivata di Upside Foods, una start up californiana.

Una decisione attesa da mesi, che potrebbe dischiudere le porte del mercato statunitense alle decine di start up che stanno lavorando sull’agricoltura cellulare, cercando di capire quale sarà il destino dei propri prodotti una volta giunti presso le agenzie regolatorie. 

Per essere commercializzata, la carne coltivata dovrà ancora superare i controlli del Servizio per la sicurezza alimentare e le ispezioni del Dipartimento dell’agricoltura (USDA-FSIS) e poi ottenere un parere positivo, relativamente ai prodotti finali.

Lo scorso 27 aprile la Commissione Europea ha approvato la raccolta di firme di una Iniziativa dei cittadini europei chiamata End the Slaughter Age, finalizzata a spostare i sussidi della PAC oggi assegnati alla zootecnia sui progetti di agricoltura cellulare e sui prodotti a base vegetale. L’iniziativa per ora ha raccolto 40 mila firme e, se riuscirà a raggiungere il milione entro giugno 2023, sarà necessariamente discussa al Parlamento in una seduta aperta.

Mentre in Europa c’è chi spinge per l’avanzamento dell’agricoltura cellulare e della carne coltivata, l’Italia va in direzione opposta. Non si è fatta attendere infatti la reazione del nuovo ministro dell’Agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, che all’indomani del via libera della carne coltivata da parte della FDA ha dichiarato: “Garantisco che finché saremo al governo sulle tavole degli italiani non arriveranno cibi creati in laboratorio”. Il ministro ha poi proseguito affermando: “Il cibo sintetico rappresenta un mezzo pericoloso per distruggere ogni legame del cibo con la produzione agricola, con i diversi territori, cancellando ogni distinzione culturale, spesso millenaria, nell’alimentazione umana e proponendo un’unica dieta omologata. Il nostro Paese, culla della Dieta mediterranea Patrimonio UNESCO, sarà in prima linea per difendere il cibo naturale che è uno dei punti di forza del Made in Italy”.

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