Che cos'è l'impronta ambientale degli alimenti?

27/06/2022

Le scelte alimentari che facciamo ogni giorno hanno un impatto sull’ambiente, ormai è noto e tanti sono gli articoli che ne parlano. Uno fra tutti è la metanalisi effettuata da Poore e Nemecek, ricercatori dell’Università di Oxford, che nel 2018 hanno stimato l’impatto ambientale di vari alimenti: dalla carne al pesce, dai latticini ai legumi, fino ad arrivare ai cereali più consumati.

Ma che cos’è l’impronta ambientale degli alimenti?

Per conoscere l’impatto ambientale di un alimento, bisogna considerare numerose variabili:

  • Le emissioni di gas serra, che costituiscono l’impronta di carbonio (carbon footprint) dell’alimento, e che variano a seconda della fase di produzione considerata. Per calcolarla è necessario conoscere la quantità di gas serra che le varie fasi di produzione emettono e moltiplicarle per la durata nel tempo di questa attività. Ogni fase di produzione ha un certo grado di emissioni e quindi si tratta di sommare le emissioni delle singole fasi per avere la carbon footprint complessiva;
  • L’uso del suolo, cioè quanto suolo, inteso come quanta terra o quanto mare, deve essere occupato. L’esempio più semplice che si può fare riguarda la deforestazione, cioè sostituire aree forestali con pascoli o coltivazioni. Le conseguenze della deforestazione sono molte: la riduzione e distruzione degli habitat con conseguenze dirette sugli animali che spesso li porta ad avvicinarsi ai centri abitati o a migrare altrove, se ne hanno la possibilità; la perdita di biodiversità, oltre a creare un danno in termini di numerosità di specie, compromette anche i nostri sistemi, alimentari e non. Un aspetto importante è l’impatto sul benessere delle popolazioni locali che si ritrovano senza terra e senza casa e che spesso si aggiungono al gruppo di migranti climatici;
  • Quanta acqua è richiesta per la sua produzione, definita come impronta idrica;
  • L’eventuale eutrofizzazione causata da fertilizzanti impiegati per produrre l’alimento, nel caso si tratti di un vegetale, o per produrre le materie prime per i mangimi destinati agli allevamenti;
  • L’acidificazione di mari e oceani che può apparire una conseguenza molto distante, in realtà è favorita dall’attività antropica. In particolare, l'anidride carbonica (CO2) emessa dalle attività dell’uomo, che sappiamo essere principale responsabile dell’aumento di questo gas climalterante in atmosfera, viene assorbita da mari e oceani. A contatto con l’acqua la CO2 reagisce e si trasforma in un acido, l’acido carbonico. All’aumentare della CO2 emessa, aumenta anche la produzione di questo acido che compromette la salute dell’ecosistema marino e oceanico.

 

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