Cina e il mercato degli animali selvatici

28/02/2020

Il caos del mercato favorisce la diffusione di malattie zoonotiche (ovvero iniziate negli animali e poi passate all’uomo) afferma Christian Walzer, veterinario responsabile a livello globale della Wildlife Conservation Society con sede negli USA. Gli animali selvatici, spiega, possono essere portatori di virus che “in un mondo normale non verrebbero a contatto con l’uomo”. Loro sono portatori sani, non sono malati, ma se invadiamo il loro habitat, aumentiamo la nostra esposizione ai virus.

Il settanta percento delle malattie zoonotiche hanno origine nella fauna selvatica, dice Erin Sorrell, assistente professore di ricerca del Dipartimento di Microbiologia e Immunologia all’Università di Georgetown, a Washington, D.C. Queste malattie hanno un potenziale notoriamente devastante: HIV, Ebola e SARS sono tra quelle che hanno fatto il “salto” dagli animali all’uomo, generando epidemie di portata internazionale.

Nei mercati di fauna selvatica in Cina e nel sud-est asiatico puoi trovare anche 40 specie — di uccelli, mammiferi, rettili — “ammassati gli uni sugli altri,” dice Walzer. La miscela di aria e secrezioni corporee consente lo scambio di virus e la potenziale creazione di nuovi ceppi. Walzer lo descrive come un “calderone di contagio”.

La Cina è già dovuta ricorrere a un divieto, in passato. Nel 2003, all’apice dell’epidemia di SARS, che si ritiene abbia avuto origine negli zibetti, il governo istituì un divieto temporaneo sul commercio di animali selvatici. Sei mesi dopo revocò il divieto, consentendo agli allevamenti di riprendere l’attività.

Il governo consente l’allevamento e la vendita per il consumo di 54 specie selvatiche, inclusi visoni, struzzi, criceti, tartarughe azzannatrici e coccodrilli siamesi. Molti animali selvatici, come i serpenti e gli uccelli da preda, vengono cacciati di frodo e portati in fattorie autorizzate dallo Stato, afferma Zhou Jinfeng, segretario generale dell’organizzazione non governativa ambientale China Biodiversity Conservation and Green Development Foundation di Pechino, che ha avuto un ruolo di supporto nell’operazione di recupero e salvataggio degli uccelli a settembre.

Zhou dice che alcuni contadini dichiarano di allevare i loro animali legalmente in cattività, ai fini di tutela della specie, ma poi li vendono ai mercati o ai collezionisti. Non si sa quanti mercati di fauna selvatica esistano in Cina, ma gli esperti stimano che il numero sia nella grandezza delle centinaia. Anche alcuni grandi magazzini e ipermercati vendono carne di animali selvatici e anfibi vivi, per il consumo.

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