Il glifosato: la posizione differente tra Europa e Usa
Con una sentenza che ricalca il parere più volte sostenuto da Efsa, Oms, Who e Fao, lo scorso 30 maggio il Comitato per la valutazione dei rischi (Rec) dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) ha riabilitato il glifosato, uno dei principi attivi più diffusi nei pesticidi, classificandolo come non cancerogeno nelle quantità a cui sono normalmente esposti i consumatori.
O meglio, dichiarando che non esistono prove scientifiche sufficienti per dimostrare la mutagenicità o la tossicità specifica verso determinati organi. L’erbicida più usato al mondo, da tempo al centro di studi e dibattiti, potrebbe quindi continuare a circolare negli Stati membri dell’Ue anche dopo il 15 dicembre di quest’anno, vedendosi rinnovare per altri tre lustri la licenza d’uso da parte della stessa Agenzia regolatoria che tuttavia, nel suo verdetto, ha sottolineato come questa sostanza debba continuare a essere considerata capace di provocare gravi lesioni oculari e tossica per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata.
Mentre in Europa si discute la legittimità della risoluzione dell’Echa, il nono circuito della corte d’appello degli Stati Uniti ha accolto il ricorso di una coalizione di Ong che, dopo l’ultimo rinnovo dell’autorizzazione all’uso del glifosato, aveva trascinato in tribunale l’Agenzia per la protezione ambientale (Epa), accusandola di non aver tenuto in giusta considerazione i possibili rischi per la salute umana e per l’ambiente e l’ha costretta a riaprire la procedura di valutazione del glifosato. Nel frattempo la Corte Suprema ha bocciato un ricorso di Bayer-Monsanto rigettando la sua richiesta di riesaminare la sentenza che le aveva imposto di risarcire con 25,3 milioni di dollari Edwin Hardeman. Nel 2019, infatti, questo cittadino californiano era riuscito a fare valere il nesso di causalità tra il linfoma non-Hodgkin che gli era stato diagnosticato e l’esposizione trentennale al Roundup, diserbante a base di glifosato prodotto proprio dalla Monsanto.
Bayer-Monsanto è stata condannata per non aver mai sufficientemente esplicitato i rischi legati all’utilizzo di prodotti a base di glifosato e l’Epa, accusata di aver sottovalutato i possibili rischi per la salute con l’impiego della sostanza, dovrà riaprire la procedura di valutazione. Una decisione che ha creato un precedente e, oltre a spingere la multinazionale tedesca a rinunciare alla produzione e commercializzazione del diserbante Roundup a partire dal 2023, ha bloccato i circa 30 mila ricorsi in sospeso, presentati da altrettanti cittadini americani che si sono ammalati di ‘cancro del glifosato’.