Influenza aviaria: da dicembre a marzo in Europa 2.700 casi

01/04/2022

Dallo scorso dicembre a metà marzo in Europa sono stati rilevati quasi 2.700 casi di influenza aviaria ad alta patogenicità, la quasi totalità ha riguardato volatili, ma sporadicamente i virus influenzali sono stati osservati anche in mammiferi e in un caso nell'uomo.

Sono i dati dell'ultimo rapporto congiunto delle agenzie europee Ecdc ed Efsa sulla sorveglianza dell'influenza aviaria, che mostra come i virus aviari "continuano a essere presenti nelle popolazioni di uccelli selvatici in Eurasia", anche se per il momento "il rischio di infezione per la popolazione generale è valutato come basso".

Il rapporto si è concentrato sui virus aviari ad alta patogenicità, in particolare A/H5N1. Nell'ultimo trimestre sono stati osservati 1.030 casi nel pollame, 1.489 in uccelli selvatici e 133 in uccelli in cattività. Con 809 casi, la Germania è il Paese in cui sono stati registrati più casi, seguita dalla Francia con 645 casi. In Italia le infezioni registrate sono stati 144, quasi totalmente nel pollame.

La sorveglianza ha identificato anche sei casi in mammiferi: volpi, lontre, furetti, puzzole, linci. Nonostante il piccolo numero, le infezioni nei mammiferi sono tenute sotto stretta osservazione soprattutto perché in alcuni casi i virus hanno mostrato mutazioni che indicano un adattamento alla nuova specie animale. Non sono stati invece osservati processi di adattamento nell'unico caso di infezione umana registrata nell'ultimo trimestre: un cittadino britannico infettatosi a dicembre con virus A/H5N1 e che ha presentato un'infezione completamente asintomatica. Nello stesso periodo, ricorda il rapporto, sono stati segnalati altri 32 casi umani in Asia: 17 casi da A/H5N6 in Cina e 15 da A/H9N2 tra Cina e Cambogia.

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