Macellaio condannato penalmente perché la salsiccia in frigo non è tracciabile

18/12/2019

Per la Cassazione Penale è reato conservare nelle celle il prodotto senza etichette e informazioni sulla provenienza in quanto «potenzialmente foriero di rischi per la salute».

Non serve un danno concreto al consumatore.

Dura sentenza per un macellaio di Montopoli di Sabina da parte della Cassazione penale che lo ha ritenuto colpevole del reato di cui all’articolo 5 lettera b) della 283/62 perché deteneva, per la vendita nel suo negozio, 18 chilogrammmi di salsiccia di cinghiale senza indicare la provenienza delle carni usate per la produzione, condannandolo a sei mila euro di ammenda.

Per la Suprema Corte, scatta la condanna del macellaio che tiene la carne in frigo in buste senza etichette e informazioni sulla tracciabilità rendendo pericoloso, ossia «potenzialmente foriero di rischi per la salute», il prodotto non tracciabile. 

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