"Medicina unica" in tempo di coronavirus?

15/04/2020

L’attuale emergenza epidemica del Coronavirus ha messo tutti noi di fronte ad una situazione imprevista che ci riporta indietro nel tempo quando le epidemie uccidevano milioni di persone.  

La situazione è ben chiara alle più importanti organizzazioni scientifiche internazionali (FAO, WHO e OIE) che da anni stanno cercando di “convincere” le Autorità Sanitarie dei vari Paesi del mondo ad applicare politiche di “medicina unica”. Si tratta di favorire una stretta collaborazione di medici e veterinari con l’obiettivo di mettere a comune le rispettive conoscenze e competenze per tutelare al meglio la salute pubblica.

Il nostro Paese era afflitto da “zoonosi” alimentari quali tubercolosi, brucellosi, trichinellosi, cisticercosi. 

L’azione dei servizi veterinari ha sostanzialmente debellato queste malattie che ogni anno mietevano molte vittime.

La “rabbia” che è forse la più terribile zoonosi che ogni anno uccide nel mondo oltre 50.000 persone, in Italia è stata eradicata grazie a una vaccinazione di massa fatta su animali selvatici come le volpi.

Le azioni sopra menzionate sono molto costose, ma anche estremamente efficaci nel tutelare non soltanto la salute degli animali, quanto e soprattutto quella dell’uomo.

I cittadini debbono essere coscienti che gli animali in buona salute, siano essi quelli che vivono nelle nostre case, sia quelli di allevamento, sia quelli selvatici, sono garanzia anche della nostra.

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