Ossido di etilene: quali pericoli

07/09/2021

Negli ultimi mesi le Autorità sanitarie dei Paesi dell’Unione Europea hanno dovuto affrontare il problema della contaminazione di molti alimenti con l’ossido di etilene. Si tratta di una sostanza gassosa che trova impiego nell’industria chimica e che ha un forte potere disinfettante e disinfestante. Proprio per queste proprietà trova impiego nelle strutture sanitarie per sanificare i vari oggetti e strumentazioni necessarie per la cura dei pazienti.

Gli alimenti sono facilmente attaccati da microrganismi e parassiti  che possono danneggiarli anche in modo irreparabile.  Il trattamento con ossido di etilene li può eliminare e quindi consentirebbe di preveniree l’alterazione e la conseguente distruzione di risorse alimentari.

Il problema è che l’ossido di etilene è una sostanza molto pericolosa e, secondo la valutazione della  IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) è in grado di alterare il DNA e provocare il cancro.

E’ assai probabile che il pericolo maggiore di esposizione lo corrano i lavoratori adibiti alla lavorazione delle materie prime perché possono essere esposti all’ossido di etilene presente nei contenitori e sprigionato al momento dell’apertura.

Nelle fasi successive delle lavorazioni  (molitura, miscelazione con altri ingredienti alimentari, cottura, ecc.) la quasi totalità del gas viene eliminato  e disperso nell’atmosfera dove comunque ha un tempo di dimezzamento ( emivita) di 211 giorni.

I controlli fatti in alcuni alimenti finiti, utilizzando materie prime trattate con ossido di etilene dimostrano che i residui sono molto bassi e generalmente inferiori a 1 mg per kg  di alimento. In alcuni casi si parla soltanto di “probabile presenza”.

Negli alimenti ottenuti utilizzando materie prime di importazione trattate con l’ossido di etilene i pericoli dovrebbero essere pressoché nulli se si tratta di prodotti da forno  e molto modesti In quelli in cui non ci sono stati dei trattamenti termici. In molti casi le segnalazioni riguardano prodotti come semi di sesamo o farina di carrube che entrano in misura modesta negli alimenti finiti. Queste sono, ovviamente, solo semplici considerazionei generali basate sulle informazioni disponibili: a quanto risulta, a tutt’oggi la Commissione Europea non ha richiesto alcuna valutazione a EFSA

Si deve comunque sottolineare l’importanza delle misure repressive che i diversi stati dell’Unione Europea stanno attuando per eliminare qualsiasi pericolo di contaminazione degli alimenti da ossido di etilene. Accanto a questo approccio precauzionale e alle discussioni legali in sede Europea sulla gestione delle allerte, sarebbe però auspicabile una valutazione del rischio per la salute dei consumatori da parte di EFSA, analogamente a quanto fatto per altre allerte europee come ad esempio (2017) per il fipronil nelle uova.

 

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