Plastica: l'industria alimentare è uno dei maggiori produttori

19/08/2022

Oltre due terzi delle promesse fatte dalle aziende europee del settore alimentare sulla riduzione dell’utilizzo della plastica falliscono o vengono abbandonate. Lo evidenzia l’indagine realizzata da Deutsche Welle (DW) e da European Data Journalism Network. Un lavoro che mette in luce come interventi normativi in materia siano più efficaci per responsabilizzare maggiormente l’industria verso il rispetto degli impegni assunti.

DW e EDJN hanno identificato in totale 98 promesse relative alla riduzione dell’uso della plastica, assunte nell’ultimo ventennio da 24 aziende del settore alimentare con sede in Europa. Più della metà di questi obiettivi sono stati fissati negli ultimi anni, con l’intento di essere realizzati entro il 2025. 16 delle 24 realtà osservate, ad esempio, si sono impegnate a produrre imballaggi con plastica riciclabile. 

La plastica, uno dei principali materiali ricavati da combustibili fossili, è anche uno dei più duraturi: basti pensare che le bottiglie di plastica possono impiegare fino a 450 anni per decomporsi. Nell’Ue viene riciclato solo il 41% degli imballaggi, mentre in Italia il tasso di riciclaggio dei rifiuti di questo materiale è pari al 44,7%.

L’industria alimentare è uno dei maggiori produttori di plastica e contribuisce quindi all’inquinamento del pianeta.

Negli anni, la domanda di plastica riciclata è rimasta bassa e i prezzi alti, fattore che rende meno redditizio il cambio di paradigma per le aziende. Il report di DW e EDJN (QUI in lingua originale) sottolinea che il termine per la realizzazione di 37 impegni volontari presi dalle imprese del settore alimentare e delle bevande contro la plastica è già scaduto. Ma il 68% di essi o è fallito o non ne sono mai stati comunicati i risultati.

La normativa prevede anche l’obiettivo di includere almeno il 25% di plastica riciclata nelle bottiglie in PET entro il 2025 e il 30% in tutte le bottiglie entro il 2030. 

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