Plastica: Secondo il rapporto dell’ONU, utilizzando le tecnologie esistenti, si potrebbero ridurre l’inquinamento da plastica dell’80% entro il 2040

01/06/2023

I rappresentanti di 175 nazioni con ambizioni divergenti si sono incontrati presso la sede dell’UNESCO con l’obiettivo di fare progressi verso il raggiungimento, entro il prossimo anno, di un accordo storico che copra l’intero ciclo di vita della plastica.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha esortato i Paesi partecipanti a porre fine a un modello di produzione “globalizzato e insostenibile”, in cui i Paesi più ricchi esportano rifiuti di plastica in quelli più poveri.

“L’inquinamento da plastica è una bomba a orologeria e allo stesso tempo un flagello già oggi”, ha dichiarato in un videomessaggio, aggiungendo che i materiali, basati su combustibili fossili, rappresentano un rischio per gli obiettivi di riscaldamento globale, oltre che per la biodiversità e la salute umana.

Ha affermato che le priorità dei negoziati dovrebbero essere innanzitutto la riduzione della produzione di plastica e la messa al bando “il prima possibile” dei prodotti più inquinanti come la plastica monouso.

La posta in gioco è alta, dato che la produzione annuale di plastica è più che raddoppiata in 20 anni, raggiungendo i 460 milioni di tonnellate, ed è destinata a triplicare entro quattro decenni.

Due terzi di questa produzione vengono scartati dopo essere stati utilizzati una o poche volte e finiscono tra i rifiuti. Meno del 10% viene riciclato, mentre più di un quinto viene gettato o bruciato illegalmente.

In natura, le microplastiche sono state trovate nel ghiaccio vicino al Polo Nord e nei pesci che navigano nei recessi più profondi degli oceani.

Negli esseri umani, microscopici pezzi di plastica sono stati rilevati nel sangue, nel latte materno e nella placenta.

Secondo l’OCSE, la plastica contribuisce anche al riscaldamento globale, rappresentando il 3,4% delle emissioni globali nel 2019.

Nel febbraio 2022, le nazioni hanno concordato in linea di principio la necessità di un trattato ONU giuridicamente vincolante per porre fine all’inquinamento da plastica in tutto il mondo, fissando una scadenza ambiziosa per il 2024 per raggiungere un accordo.

Le azioni politiche che verranno discusse durante i colloqui includono un divieto globale sugli articoli di plastica monouso e limiti alla produzione di nuova plastica.

I delegati a Parigi devono definire quali elementi includere nella bozza di testo del trattato, anche se i dibattiti tecnici hanno già rallentato il programma di lunedì.

I gruppi ambientalisti temono che il trattato non includa obiettivi di riduzione della produzione complessiva di plastica.

La riduzione dell’uso e della produzione di plastica fa parte di un piano della High Ambition Coalition, composta da circa 50 nazioni guidate da Ruanda e Norvegia, e che comprende l’Unione Europea, il Canada, il Cile e, da pochi giorni, il Giappone.

Ma molti Paesi sono riluttanti a puntare a tagli assoluti della produzione, insistendo sul fatto che il riciclo e il miglioramento della gestione dei rifiuti sono la risposta.

Tra questi, Cina, Stati Uniti, Arabia Saudita e altri Paesi OPEC, tutti con grandi industrie petrolchimiche.

Secondo il rapporto dell’ONU, utilizzando le tecnologie esistenti, queste soluzioni potrebbero ridurre l’inquinamento da plastica dell’80% entro il 2040.

 

 

 

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