Vendita antibiotici settore veterinario-zootecnico: in UE diminuita del 18%

08/02/2023

L’ultimo rapporto annuale della EMA (European Medicines Agency, News: 18/11/2022) ci informa che nella Unione Europea, Svizzera e Regno Unito, la vendita di antibiotici è crollata del 47% nella decade 2011 -2021, con un calo del 5,5% solo l’anno scorso.

È la dimostrazione che le iniziative politiche dell’Unione Europea stanno sortendo effetti positivi nell’ambito della lotta all’antibiotico resistenza acquisita (AMR) di molti agenti patogeni. 

Limitandoci al settore veterinario-zootecnico, la ESVAC (European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption) riporta che in soli tre anni, dal 2018 al 2021, nei 27 stati dell’Unione, la vendita di antibiotici è diminuita del 18%, ovvero un terzo rispetto al traguardo del 50%, auspicato per il 2030.

L'Italia si è distinta per aver implementato il servizio digitale di tracciabilità dei farmaci per uso veterinario negli allevamenti.

In tutti questi anni molto si è fatto nel campo della ricerca di trattamenti alternativi agli antibiotici come promotori di crescita in alimentazione animale.

Fra i prodotti vegetali si sono mostrati efficaci nel monogastrici gli estratti di origano, cannella, pepe, timo, aglio. Fra gli enzimi, sempre per i soli monogastrici, sono consigliate le xilanasi naturalmente presenti negli alimenti. I peptidi antimicrobici sono un’interessante categoria di peptidi con potente azione antibiotica da impiegare anche nei ruminanti. In particolare, sono risultati utili anche nelle bovine da latte contro le patologie della mammella. I fitochimici sono o oli essenziali o tannini. Questi ultimi si sono dimostrati efficaci nei riguardi dei patogeni intestinali nei monogastrici. Sono efficaci anche nei ruminanti, ma devono essere somministrati in dosi massicce che, però, possono peggiorare la qualità delle carni. Gli acidi organici a corta e media catena sono, anch’essi, efficaci alternative, soprattutto se somministrati sotto forma di monogliceridi.

Da non trascurare, ovviamente, la gestione dell’allevamento ed il trattamento degli animali: il sovraffollamento, gli stress termici, la mancanza di adeguata ventilazione, il mancato controllo degli insetti e di parassiti esterni, la cattiva gestione delle concimaie, sono tutti fattori negativi che, se combattuti efficacemente, limitano i danni al benessere ed alla salute degli animali, riducendo la necessità di ricorrere agli antibiotici.

Sono ugualmente importanti tutte le misure per la cosiddetta “biosicurezza” dell’allevamento, fra cui la lontananza da altri allevamenti, da macelli, mercati e strade, il divieto di ingresso a visitatori e fornitori, le misure igieniche del personale, la lotta ai roditori ed altri animali.
Infine, come dicono quelli che sanno l’inglese, last but not least, è fondamentale la cura dell’alimentazione attraverso i seguenti punti:
    • livello proteico adeguato per garantire la giusta produzione di anticorpi ed il corretto processo di proliferazione cellulare;
    • adeguato rapporto calcio-fosforo, specie nelle vacche da latte e nelle ovaiole;
    • adeguati livelli di alcuni microelementi quali li zinco, necessario per la formazione dei linfociti T e B, e del rame come parte dei sistemi enzimatici che proteggono dall’ossidazione cellulare e dalle mastiti;
    • integrazioni con di vitamine A, C ed E, ancora come difese dai danni ossidativi.

Dal gennaio 2022, le norme europee sull’utilizzo degli antibiotici per uso veterinario (regolamento 2019/6) sono state modernizzate allo scopo di semplificarle e stimolare le aziende farmaceutiche alla produzione di medicinali veterinari innovativi e rafforzare l’azione dell’Unione Europea per la diffusione e la sicurezza degli antimicrobici per gli animali.
 

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