ultima modifica 17-04-2024
La peste suina africana (PSA) è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce esclusivamente suini e cinghiali, con letalità che possono arrivare al 90%. La malattia non si trasmette all’uomo.
Perché è importante
Non esiste cura nè vaccino, è difficile contenere la sua diffusione che provoca effetti devastanti sul patrimonio zootecnico, sul settore della lavorazione delle carni (es. produzione di salumi). La gravità della malattia, la capacità dell’infezione di diffondersi rapidamente fanno sì che i paesi interessati o loro regioni siano soggetti a forti restrizioni commerciali di animali e prodotti per evitare la diffusione dell’infezione.
Diffusione
La PSA è endemica nell'Africa subsahariana, dove la malattia è stata inizialmente scoperta. In Europa, la PSA fino al 2007 è stata limitata alla Sardegna dove nel 1978 era stato introdotto il genotipo I, completamente diverso da quello introdotto successivamente in Europa, e solo recentemente eradicato.
Nel 2007 si sono verificati focolai di PSA in Georgia e la malattia si è diffusa nei Paesi limitrofi, colpendo suini domestici e cinghiali. Nel 2014 sono stati segnalati i primi focolai nell'Unione Europea, che hanno colpito i cinghiali degli Stati baltici e della Polonia. Da allora, la malattia si è diffusa in altri Paesi dell'UE e nei Paesi terzi confinanti e negli ultimi anni si sono verificati focolai in Asia, Oceania e in alcuni Paesi americani.
In Italia, al di fuori della Sardegna, il primo caso di PSA è stato confermato in data 06/01/2022 in un cinghiale rinvenuto morto nel territorio del comune di Ovada (Alessandria), causato dal genotipo II, diverso da quello circolante in Sardegna dal 1978 e analogo a quello della recente onda epidemica degli altri paesi europei ed extraeuropei.
Nel corso del 2022 e nel 20023 l’infezione si è diffusa nei cinghiali selvatici in modo progressivo fino ad interessare un vasto territorio delle regioni Piemonte e Liguria.
Altre regioni sono state progressivamente interessate da casi nei selvatici: a maggio 2022 il Lazio, a maggio 2023 la Calabria, dove si è verificato anche un caso in un allevamento, e la Campania, a giugno 2023 la Lombardia, dove, tra agosto e settembre dello stesso anno si sono verificati anche focolai nei suini domestici.
Il 9 novembre 2023 è stato confermato il primo caso di PSA in Emilia-Romagna, in un cinghiale selvatico trovato morto nel comune di Ottone. Successivamente nello stesso mese è stato confermato un altro caso in questo comune e a dicembre tre casi sono stati confermati in cinghiali abbattuti nel corso dell’attività venatoria, risultati positivi ai test diagnostici eseguiti su tutti i soggetti abbattuti nelle zone di restrizione.
La Commissione Europea ha aggiornato nel tempo i confini dell’area infetta (denominata “zona di restrizione II”). A maggio 2022 l’infezione si è diffusa anche nel Lazio dove attualmente la situazione epidemiologica è più favorevole, con l’assenza di nuovi casi da settembre 2022.
Nel corso del 2022 e nel 20023 l’infezione si è diffusa nei cinghiali selvatici in modo progressivo fino ad interessare un vasto territorio delle regioni Piemonte e Liguria arrivando a pochi chilometri dal confine con l'Emilia-Romagna. La Commissione Europea ha aggiornato nel tempo i confini dell’area infetta (denominata “zona di restrizione II”). A maggio 2022 l’infezione si è diffusa anche nel Lazio dove attualmente la situazione epidemiologica è più favorevole, con l’assenza di nuovi casi da settembre 2022.