L’emergenza sanitaria, imponendo restrizioni agli spostamenti e alle aperture degli esercizi commerciali non essenziali, ha fortemente incentivato il ricorso all’e-commerce, che negli ultimi due mesi ha fatto registrare, soprattutto per alcune categorie di prodotti, un aumento considerevole di acquisti online.
È della fame che stiamo parlando. Quella vera. Non trovarsi i soldi in tasca, per colpa di un maledetto virus partito chissà da dove, gioca brutti scherzi.
Con un parallelo un tantino macabro, ma vero, si potrebbe dire che in questi difficili giorni di coronavirus imperante, ad ogni aumento del numero dei contagi è aumentato parallelamente l’accesso ai siti di e-commerce, portando al collasso le consegne di grandi catene mondiali
L’esperienza cinese qualcosa può insegnare anche lato retail e ristorazione, con le dovute differenze dovute a un mercato del lavoro meno elastico di quello cinese.
Fare la spesa al supermercato è diventata un'impresa: code spesso interminabili che costiutuiscono, malgrado il distanzaimento, una sorta di assembramento.
Con l’emergenza Coronavirus quasi 4 italiani su 10 (38%) hanno fatto scorte di prodotti alimentari e bevande per il timore ingiustificato di non trovali più disponibili sugli scaffali di negozi, supermercati e discount.
Ricevere una pizza a domicilio senza alcun contatto con chi la consegna? Nei giorni in cui cambiano in modo stringente le nostre abitudini a causa del coronavirus, il food delivery si adatta alle indicazione di mantenere almeno un metro di dist