Peste suina africana: la situazione epidemiologica e la sorveglianza nei cinghiali
La Peste suina africana (PSA) è una malattia virale dei suidi, non trasmissibile all’uomo, che può colpire sia il maiale domestico sia il cinghiale. Questa malattia, contro la quale non esiste oggi cura o vaccino, è estremamente grave e spesso letale per gli animali colpiti, e può essere causa di ingentissimi danni alle produzioni zootecniche suine. La malattia, endemica nel continente africano e ancora presente in Sardegna dal 1978, ha fatto il suo ingresso in diversi Paesi dell’Unione Europea a partire dal 2014, propagandosi in maniera ancor più preoccupante negli ultimi mesi.
In Sardegna è in atto un Piano straordinario di eradicazione, che si sta svolgendo con il coinvolgimento delle Autorità sanitarie, degli allevatori e cacciatori e che prevede, tra le misure necessarie per eradicare il virus, l’abbattimento dei suini infetti e sospetti, l’adozione e il rispetto da parte degli allevatori di opportune misure di biosicurezza e, non ultimo, il rispetto di alcune regole da parte dei cacciatori di cinghiali.
In particolare:
- non abbandonare visceri o resti di carcasse di cinghiale nel luogo di abbattimento, ma distruggerli mediante infossamento o incenerimento;
- partecipare alle attività di sorveglianza collaborando alla raccolta di campioni biologici dagli animali abbattuti;
- segnalare ogni cinghiale morto alle autorità sanitarie competenti.