Antimicrobico-resistenza, un fenomeno che preoccupa anche l'ambiente
L’utilizzo inappropriato di antibiotici in medicina umana e veterinaria sta rendendo sempre più preoccupante il fenomeno dell’antimicrobico-resistenza.
Un batterio è resistente quando diventa in grado di sviluppare dei meccanismi di resistenza che lo rendono insensibile all’azione degli antibiotici utilizzati.
I microrganismi resistenti rappresentano un pericolo, non solo per i pazienti umani ed animali, ma anche per l’ambiente. Infatti, le attività umane ed animali hanno un impatto fondamentale sulla quantità e sulla varietà di batteri resistenti presenti nell’ambiente.
I batteri resistenti raggiungono e si diffondono nell’ambiente attraverso molteplici vie di contaminazione, legate soprattutto ad attività antropiche ad elevato utilizzo di antibiotici: aree di agricoltura intensiva, distretti industriali, ma anche allevamenti intensivi, impianti di acquacoltura e scarichi fognari urbani ed ospedalieri.
Che cosa si sta facendo per il problema?
Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare in collaborazione con altri istituti di ricerca, sta lavorando alla stesura di un documento di prossima pubblicazione, nel quale verranno proposte alcune azioni prioritarie volte a facilitare la corretta gestione dell’antimicrobico-resistenza a livello ambientale.
Tra le diverse misure proposte nel documento ci saranno:
- Utilizzo e sviluppo di modalità innovative nei sistemi di depurazione dei reflui civili ed ospedalieri
- Revisione della gestione e dello smaltimento degli antibiotici negli allevamenti intensivi
- Promozione di strumenti di informazione ed educazione dei cittadini riguardo il corretto uso e smaltimento degli antibiotici
- Promozione delle attività di ricerca basate sulla correlazione tra antibiotico-resistenza ed ambiente