Cina: il coronavirus non ferma il festival di Yulin dedicato agli amanti della carne di cane

29/06/2020

Sarà l'ultima abbuffata di cane?

Le associazioni animaliste, ma anche tanti cittadini cinesi, si augurano di sì. Anche quest'anno, puntuale come il solstizio d'estate, è cominciato il famigerato festival di Yulin, la tradizionale fiera che si tiene nel Sud della Cina dedicata agli amanti della carne di cane, spesso macellata e consumata sul posto. Appuntamento confermato, nonostante la pandemia di coronavirus abbia acceso i riflettori sulle condizioni igieniche dei cosiddetti "wet market", i mercati dove si uccidono gli animali, e sul rischio derivante dal consumo di specie selvatiche.

Sull'onda della crisi sanitaria diverse autorità hanno mandato segnali in direzione di un bando.

Il ministero dell'Ambiente cinese, pur senza vietare esplicitamente, ha inserito il cane nella categoria degli "animali domestici".

E lo scorso aprile la metropoli di Shenzhen è stata la prima in Cina a metterne ufficialmente fuori legge la vendita e il consumo, con multe salate per i ristoratori che lo tengono nel menù e per chi lo ordina.

Ma un conto sono le abitudini delle grandi città, un altro quelli della Cina rurale, dove l'allevamento dei cani per il consumo ha costituito per decenni una fonte preziosa di proteine e di denaro.

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