Che il cibo non si attacchi, che la cottura sia uniforme, che il materiale sia sicuro: sono queste le 3 regole della padella perfetta. Ma nei negozi l’offerta è molto ampia e non è facile capire immediatamente cosa acquistare.
Ricercatori avvertono dei potenziali cambiamenti che possono essere scatenati nelle cellule dai materiali che entrano in contatto con il cibo, in particolare quelli che interferiscono con gli ormoni.
L’Alluminio, onnipresente nella nostra vita quotidiana, è uno dei metalli con riconosciuta potenziale pericolosità per la nostra salute, anche considerando la presenza diffusa in molti alimenti e in molti altri prodotti di consumo. L'alluminio interferisce con diversi processi biologici (stress ossidativo cellulare, metabolismo del calcio, etc.), pertanto può indurre effetti tossici in diversi organi e sistemi: il tessuto nervoso è il bersaglio più vulnerabile.
La Direzione generale dell’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione (DGISAN) del Ministero della salute, ha chiesto al Comitato nazionale per la sicurezza alimentare, Sezione di Sicurezza alimentare, di esprimere un parere circa la valutazione delrischio derivante dall’utilizzo di materiali a contatto alimentare costituiti da alluminio e sue leghe, per categorie di popolazione particolarmente vulnerabili (bambini e anziani).
Tale Decreto introduce per la prima volta specifiche sanzioni per gli obblighi stabiliti dai regolamenti comunitari in materia di MOCA, prevedendo sanzioni che vanno da un minimo di 1.500 euro fino a valori di 60.000 euro (es. sanzione massima per mancato rispetto degli obblighi di rintracciabilità stabiliti all'art. 17 dei reg.CE 1935/2004) oppure 80.000 euro (\"produrre, immettere sul mercato oppure utilizzare materiali od oggetti che trasferiscono ai prodotti alimentari componenti in quantità da costituire un pericolo per la salute umana\").
Solo alcuni di questi materiali, come le materie plastiche e le ceramiche, sono stati completamente testati per la sicurezza e la salute pubblica. Altri materiali come vernici, smalti, inchiostri e adesivi non sono coperti dalle norme UE e devono ancora essere sottoposti a test.
Presto le confezioni di plastica per gli alimenti potrebbero diventare un ricordo, sostituite dalle pellicole ottenute con le proteine del latte, che non inquinano e che si possono perfino mangiare.
Uno studio condotto dalla George Washington University, pubblicato su Environmental Health Perpectives, ha dimostrato ancora una volta quanto l’abitudine di mangiare nei fast food sia decisamente poco sana. Questa volta però non sono gli alimenti sotto accusa ma i contenitori utilizzati per l’imballaggio che rilasciano ftalati, ingeriti dai consumatori assieme a cibo e bevande.