Inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici: focus sul settore alimentare

L'Inquinamento atmosferico e i cambiamenti climatici rappresentano gravi rischi per la salute pubblica. 
 
Settore alimentare Complessivamente, è stato stimato che le emissioni di gas serra prodotti dal settore agricolo contribuiscono per circa 1/5 alle emissioni totali, e di queste circa l’80% sarebbe attribuibile alla produzione di carne. Il maggior impatto in termini di emissioni è attribuito alla carne bovina ed è legato ai processi di produzione (CO2), alla fermentazione dei ruminanti (metano CH4), alla coltivazione dei foraggi e all’uso di fertilizzanti (NO2). Un considerevole quantitativo di emissioni deriva inoltre dal trasporto dei prodotti agricoli e del bestiame. La carne rossa inclusa in una dieta sana e varia, è una ricca fonte di proteine ad alto valore biologico e di alcuni micronutrienti essenziali (ferro, zinco e vitamina B12), ma costituisce anche una fonte rilevante di colesterolo e acidi grassi saturi. Confrontare le emissioni di GHG (gas effetto serra) di 1 Kg di carne con 1 Kg di verdura e frutta non è corretto poiché il contenuto di nutrienti (proteine, vitamine e minerali) è molto diverso e il consumo raccomandato per la carne è molto inferiore (fino a 20 volte). Gli organismi internazionali e le linee-guida nazionali suggeriscono di non superare le quantità settimanali di 300-400 g di carne totale, con un rapporto di 1/3-1/4 tra carne rossa e carne bianca. Il consumo elevato di carne rossa, soprattutto processata (sottoposta a trattamenti quali salatura, affumicatura, salatura o uso di conservanti e additivi chimici) è associato a eccessi di rischio per tumore dell’esofago, del colon-retto, patologie cardiovascolari, diabete di tipo 2, obesità, tumore al seno. Nell’ambito delle strategie di riduzione delle emissioni provenienti dal settore agricolo in contesti differenti è stata individuata come un obiettivo la soglia dei 50 g/die di carne rossa. Il GBD Study ha evidenziato che i fattori di rischio legati alla dieta contribuiscono per il 10% all’intero “burden” di malattia e in Italia è stato stimato che il 13,5% dei DALY persi è attribuibile alla dieta, che rappresenta il fattore di rischio con l’impatto più elevato. Promuovere politiche per favorire nella popolazione un’alimentazione corretta, con adeguato apporto dei diversi nutrienti, insieme a miglioramenti tecnologici nel settore agricolo e zootecnico, possono favorire la riduzione dell’incidenza di malattie ischemiche cardiache e della mortalità correlata.
 
Soluzioni Alcune soluzioni richiedono politiche per promuovere combustibili e tecnologie politiche nei trasporti e nella produzione di energia; politiche per contrastare la combustione incontrollata di rifiuti solidi e rifiuti agricoli; ridurre l'uso di fertilizzanti in agricoltura; politiche per la riduzione del consumo eccessivo di carne rossa e campagne informative alla popolazione insieme a miglioramenti tecnologici nel settore agricolo e zootecnico.
 
Messaggi chiave L’analisi dei benefici in termini di salute e risparmio di costi sanitari conseguenti alla realizzazione delle diverse politiche intersettoriali per contrastare l’inquinamento atmosferico ed il global warming può rispondere all’esigenza di contribuire alla riduzione della spesa pubblica e promuovere e tutelare la salute dei cittadini.
 
 
 
Data di pubblicazione: 
05/10/2020
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