Rapporto congiunto di ECDC, EFSA, EMA e OCSE sulla resistenza antimicrobica nell'UE/SEE e una risposta One Health

Dal 2011 al 2020, in 29 Paesi UE/SEE il consumo globale di antibiotici nell’uomo è diminuito. È il primo dato che emerge dal documento “Antimicrobial Resistance in the EU/EEA - A One Health response” pubblicato il 7 marzo 2022 dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC). 

Nel 2018, in 29 Paesi UE/SEE, 4264 tonnellate di antibiotici sono stati usati nell’uomo e 6358 negli animali da produzione alimentare. Nonostante questi numeri importanti, il consumo globale di antibiotici nell’uomo è diminuito dal 2011 al 2020.

Generalmente il consumo di antibiotici si misura in “Defined Daily Dose” (DDD) ovvero la dose di mantenimento media giornaliera presunta per un farmaco utilizzato per la sua indicazione principale negli adulti. La maggior parte del consumo di antibiotici nell’uomo avviene in comunità (90% delle DDD), mentre il resto nel settore ospedaliero.

Nell’uomo il consumo di antibiotici nella popolazione è diminuito del 23%, in particolare durante la pandemia di COVID-19 in cui solo tra il 2019 e il 2020, si è rilevata una diminuzione di quasi il 18%. Negli animali da produzione alimentare il consumo di antibiotici dal 2011 al 2020 è diminuito del 43%.

Nonostante questo l'uso di antibiotici ad ampio spettro è aumentato, risultando 3,5 volte superiore al consumo di antibiotici a spettro ridotto che in genere dovrebbero essere usati come terapia di prima linea.

 

Ridurre l'uso degli antibiotici negli animali da produzione alimentare

Il regolamento UE 2019/6 sui medicinali veterinari, prevede una serie di misure per limitare l’uso degli antimicrobici negli animali d’allevamento e in acquacoltura del 50% entro il 2030 in una prospettiva One Health. Alcune di queste misure sono:

  • raccolta di dati obbligatoria sulle vendite di antimicrobici veterinari e sull’uso di antimicrobici per specie animali un divieto sull'uso preventivo di antibiotici in gruppi di animali
  • divieto sull’uso negli animali di antimicrobici designati per il trattamento di certe condizioni negli esseri umani
  • utilizzare alternative agli antimicrobici che hanno dimostrato di migliorare la salute degli animali e quindi di ridurre l’insorgenza di infezioni e malattie e quindi la necessità di usare antimicrobici: i vaccini, i probiotici, i prebiotici, i batteriofagi e gli acidi organici
  • investire in interventi efficaci per il risparmio dei costi, come i programmi di stewardship antimicrobica, le iniziative IPC che coinvolgono l'istruzione, la formazione e il feedback agli operatori sanitari, una maggiore biosicurezza.

 

 

Rapporto congiunto di ECDC, EFSA, EMA e OCSE sulla resistenza antimicrobica nell'UE/SEE e una risposta One Health. La resistenza antimicrobica rimane una sfida seria per tutti, una pandemia silenziosa che richiede una risposta One Health nell'UE/SEE.

Data di pubblicazione: 
07/03/2022
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