Unione Europea: lotta all'antibiotico resistenza e forte riduzione dei consumi entro il 2030

L’orizzonte è quello del 2030. Gli Stati membri della UE devono adottare misure che consentano di garantire che entro quella data:

- il consumo totale di antibiotici negli esseri umani sia ridotto del 20% nell’Unione rispetto all’anno di riferimento 2019;

- almeno il 65 % del consumo totale di antibiotici negli esseri umani sia costituito da molecole che hanno attività contro un’ampia gamma di agenti patogeni e che mostrano un potenziale di resistenza inferiore rispetto ad altri antibiotici;

- vengano ridotte del 50% le vendite complessive nell’UE di antimicrobici utilizzati negli animali d’allevamento e in acquacoltura.

Inoltre, sempre per il 2030 sono stati fissati obiettivi specifici per i microrganismi patogeni oggi più resistenti agli antibiotici; l’incidenza delle infezioni del sangue da parte di questi patogeni resistenti deve essere ridotta, sempre rispetto all’anno di riferimento del 2019 nella UE:

- del 15% l’incidenza totale delle infezioni da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA);

- del 10% l’incidenza totale delle infezioni da Escherichia coli resistente alle cefalosporine di terza generazione;

- del 5% l’incidenza totale delle infezioni da Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi;

Ecco cosa ha raccomandato il Consiglio Europeo alla Commissione, cogliendo l’occasione della

proposta di riforma della legislazione farmaceutica per medicinali più innovativi, più disponibili e a prezzi più accessibili discussa dalla Commissione Europea.

La raccomandazione – accolta dalla Commissione - pone l’accento su diversi elementi-chiave per la lotta all’antibiotico-resistenza: prevenzione e controllo delle infezioni, sorveglianza e monitoraggio, innovazione e disponibilità di antimicrobici efficienti, uso prudente degli antimicrobici e cooperazione tra gli Stati membri e a livello mondiale.

La crescente resistenza agli antibiotici da parte di batteri patogeni è una delle principali minacce per la salute nell’UE. Alla base del fenomeno c’è il meccanismo di selezione naturale di quei microrganismi che entrano in contatto con gli antibiotici a dosaggi o con tempistiche non efficaci.

Un utilizzo scorretto degli antibiotici diffonde naturalmente la resistenza nei microrganismi, ma – allo stesso modo – un uso accurato e una drastica riduzione di contatto fra microrganismi e antibiotici possono consentire nel tempo di recuperare l’efficacia perduta.

Da anni si sta studiando la complessa connessione esistente fra ambiente, uomo e animali in relazione al fenomeno dell’antibioticoresistenza: è l’ottica One Health, l’ottica che guida le decisioni europee in materia di sicurezza alimentare e salute. Infatti per tutelare la salute dei cittadini – anche in termini di mantenimento dell’efficacia degli antibiotici – è necessario agire in sinergia sul piano medico, sul piano zootecnico e sul piano ambientale.

La regolamentazione dell’utilizzo degli antimicrobici è stato il primo, fondamentale passaggio per garantire l’efficacia di questi farmaci in futuro; a questa, da alcuni anni si è aggiunto il monitoraggio della diffusione della resistenza nei vari settori (ospedali, allevamenti ecc) e negli Stati membri, così ora è possibile utilizzare il 2019 come “anno zero” di riferimento. Oggi si aggiungono anche gli obiettivi a cui tendere.

Si tratta di obiettivi misurabili e confrontabili fra loro e prevedono la riduzione di utilizzo di antibiotici nei prossimi anni, sia in campo umano, sia in campo zootecnico. Questi obiettivi sono stati elaborati con il sostegno del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) tenendo conto delle diversità di livelli di consumo di antimicrobici e di diffusione dei principali patogeni resistenti nei vari Stati membri. Sono quindi formulati per ciascun Paese e settore e consentiranno di monitorare i progressi che ciascuno Stato realizzerà nei prossimi anni.

La raccomandazione del Consiglio sottolinea come questi obiettivi – tanto necessari quanto ambizioni - si possono raggiungere se gli Stati rafforzano i piani d’azione nazionali; migliorano la sorveglianza dell’antibioticoresistenza e del consumo di antimicrobici a tutti i livelli, compresi gli ospedali e le strutture di assistenza a lungo termine; compiono maggiori sforzi per migliorare la salute e il benessere degli animali da produzione alimentare; sensibilizzano e informano sulla questione il pubblico e i professionisti che lavorano nei settori della salute umana e veterinaria.

 

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Data di pubblicazione: 
26/06/2023
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