Frutta italiana: Coldiretti stima un aumento del 51% dei costi correnti per la produzione della frutta italiana

25/04/2022

Un tempo bene di lusso, la frutta è oggi considerata un alimento indispensabile per la salute, parte integrante della Dieta Mediterranea, ma la sua presenza nell’alimentazione delle famiglie italiane è ancora troppo poco significativa

Secondo alcune statistiche, prima del Covid gli italiani mangiavano mediamente, tra frutta e verdura, 230 kg l’anno (630 g al giorno).

L’Ufficio statistico dell’Unione europea riferisce che, nel 2019, una persona su tre non consumava frutta o verdura ogni giorno e solo il 12% della popolazione ne consumava le porzioni consigliate.

Tra gli Stati membri, l’assunzione giornaliera corretta era più frequente nel nord Europa. L’Irlanda, con il 33% della popolazione, risultava in vetta alla classifica, seguita dai Paesi Bassi, la Danimarca e la Francia, mentre l’Italia risultava quindicesima con il 10,5%. I consumatori italiani di una dose adeguata di frutta e verdura risultavano quindi al di sotto della media europea e inferiori a quelli di altri paesi dell’area mediterranea come Grecia, Malta e Spagna.

La pandemia ridefinisce però la mappa del consumo di ortofrutta in Italia, cambiando i comportamenti d’acquisto. Secondo Nomisma, nel 2020 si moltiplicano le occasioni di consumo e un italiano su tre mangia frutta anche fuori dai pasti, per merenda o come spuntino. Vi è anche una diversificazione dei canali di vendita e, nel 2020, il 22% dei consumatori acquista questi prodotti online o tramite ordini telefonici, con attenzione per la varietà, la stagionalità, l’origine, il biologico e la tracciabilità. Nel periodo del Covid, secondo Istat, negli italiani l’alimentazione incide sulle spese familiari per il 17,7%, la frutta per l’1,6% e la verdura per il 2,4%. In una spesa media mensile familiare, calcolata in 2.500 euro, la frutta incide per 39 euro e la verdura per 60 euro. I frutti più consumati dagli italiani risultano essere le mele, seguite dalle banane.

Ora però, quando l’emergenza Covid si sta riducendo, i venti di guerra cambiano speranze e prospettive.

Secondo un’analisi di Coldiretti su dati del Crea, i rincari energetici producono l’aumento del 51% dei costi correnti per la produzione della frutta italiana. La più probabile conseguenza dell’aumento dei prezzi della frutta e della diminuita disponibilità finanziaria delle famiglie provocata dall’inflazione sarà quella di ritornare a considerarla un alimento di lusso. Si prevede quindi una riduzione dei consumi. Tale contrazione, però, non sarà uniforme e avrà probabilmente una connotazione sociale, colpendo le famiglie finanziariamente più fragili e quelle a reddito fisso, come quelle degli impiegati, dei dipendenti e i pensionati (43,7% degli italiani). Non colpirà invece le famiglie abbienti, con un reddito superiore ai 55 mila euro (4,6% degli italiani).

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