Kilometro zero e la filiera corta

06/07/2022

Molto si è parlato di alimenti a Kilometro Zero, Filiera Corta e di cibi locali, tanto che in America per chi mangia locale è stato coniato il termine di locavoro o localivoro.

Oggi in Italia vi è anche una legge, la legge 17 maggio 2022 n. 61 Norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e di quelli provenienti da filiera corta, vigente al 26-6-2022. La legge precisa che sono considerati a Km Zero gli alimenti prodotti o pescati nel raggio massimo di settanta chilometri o provenienti dalla stessa provincia e nella Filiera Corta gli alimenti devono arrivare al consumatore al massimo attraverso un solo intermediario.

I prodotti così definiti potranno avere un logo e particolari spazi di vendita. Scopo della legge è premiare le politiche trasparenti e sostenibili che intendono valorizzare e promuovere i nostri territori e i loro prodotti, salvaguardando il consumatore e il suo diritto a essere informato.

Con la nuova legge in Italia l'alimento locale e la filiera corta identificano una politica economica o commerciale che predilige l’alimento prodotto entro un territorio circoscritto e con una distribuzione diretta secondo un concetto “dal produttore al consumatore” in contrapposizione all'alimento globale.

Come si vede i due concetti di chilometro zero e di filiera corta non fanno alcun riferimento alla sicurezza e alla qualità dell’alimento, se non forse alla sua freschezza e soprattutto, salvo alcuni ortaggi, hanno una grande limitazione di applicazione in particolare nelle città di grandi e medie dimensioni. Inoltre i termini locale, localismo e quindi anche di localivoro non devono essere fraintesi come sinonimo di qualità e hanno solo significato di un cibo prodotto vicino alla nostra residenza, nei dintorni più o meno ampi della nostra città, grande o piccola che sia.

 

 

 

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