Obesità e Covid-19: aumento di peso del 48% nei pazienti obesi

10/10/2021

Isolamento, disregolazione emotiva, condizione lavorativa incerta e interruzione delle consulenze nutrizionali sono tra i principali fattori correlati all’aumento di peso, superiore ai 4kg, registrato durante l’emergenza Covid-19 negli italiani affetti da obesità.

Tra di essi vi sono in maggioranza disoccupati, smartoworker, persone con disagi emotivi importanti e casalinghe sopraffatte dalla rabbia e dalla condizione di confinamento domestico.

Lo stile di vita è rimasto, invece, invariato o addirittura migliorato nelle persone obese che durante il lockdown hanno continuato a svolgere la loro professione mantenendo una condizione economica regolare come i dipendenti pubblici e privati, pensionati, agricoltori o artigiani i quali sembrano aver affrontato bene i problemi emotivi legati alle restrizioni.

Ad affermarlo sono i risultati finali di uno studio multicentrico non-profit condotto dalla Fondazione ADI dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) durante le fasi di lockdown dell’emergenza Covid-19 su un campione di 1300 pazienti obesi in cura nei Centri Obesity Day afferenti all’ADI e operanti nel SSN presenti su tutto il territorio nazionale. In attesa di essere pubblicata sulla rivista International Journal Obesity, la ricerca viene resa nota in concomitanza dell’Obesity Day 2021 la campagna nazionale di sensibilizzazione sull’obesità promossa da ADI e dalla sua Fondazione ogni 10 ottobre su tutto il territorio nazionale.

Durante i periodi di lockdown il 48,8% delle persone intervistate è aumentato di peso, il 27% è diminuito, mentre il 24% è rimasto stabile. Nei pazienti in cui si è verificato l’aumento del peso il benessere psico-fisico è diminuito del 69,6%, il 62% ha manifestato difficoltà emotive, principalmente paura e insoddisfazione, il 55% ha sperimentato un cambiamento nella qualità/quantità del sonno con insonnia o risveglio precoce, il 56% ha ridotto l’attività fisica, il 68% ha incontrato difficoltà a seguire la dieta, il 58% non si è tenuto in contatto con il proprio centro o consulente, ma soprattutto la maggioranza di essi ha mangiato male riducendo drasticamente la quantità di cibi presenti nella dieta mediterranea. Nel claster delle persone che sono aumentate di peso è emerso, inoltre, che il 68% di essi avrebbe voluto essere aiutato con i farmaci per l’obesità.

Nei soggetti obesi che invece sono riusciti a mantenere un peso invariato o addirittura a dimagrire (57%) si è visto come una condizione lavorativa più stabile, il mantenimento dei trattamenti terapeutici con la telemedicina e una constante attività fisica abbiano influito positivamente sul benessere psico-fisico.

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