Traffici illegali di animali: in Europa la prima è l'anguilla

09/09/2022

Uno dei traffici illegali di animali più significativi in ​​partenza dai Paesi europei è quello dell'anguilla cieca, catturata sulle coste atlantiche, come in Portogallo, per essere esportata in Asia, ingrediente principale di un piatto molto popolare.

In passato in Francia sono stati smantellati traffici di giovani anguille, gli avannotti, i piccoli di questa specie che hanno appena superato lo stadio di larva (le cieche) e servono per ripopolare gli allevamenti.

Le anguille non si riproducono in cattività, ma nel Mare dei Sargassi. Durante l'inverno 2020-2021 sono state eseguite oltre 180 operazioni di polizia per stroncare questo traffico nell'Hexagone. Inoltre il Servizio di polizia giudiziaria dell'Ufficio francese della Biodiversità ha fatto notare che i trafficanti di animali selvatici non sono ancora percepiti come individui che mettono la società in pericolo, pertanto non vengono puniti con pene detentive severe e in alcuni casi possono ottenere guadagni superiori rispetto al narcotraffico e senza correre grandi rischi.

Scimmie, rettili, scoiattoli, pesci e uccelli sono al centro di un crescente traffico illegale di animali, in aumento ogni anno tra il 5 e il 7% nel mondo, il quarto più redditizio dopo quello di stupefacenti, oggetti contraffatti ed esseri umani. I dati sono gli ultimi diffusi da Interpol e, secondo Ismael Alexandre Costa, capo tecnico del Servizio di polizia giudiziaria dell'Ufficio francese della Biodiversità - una rete di 200 controllori - il fenomeno è destinato a crescere a causa dei social che facilitano i contatti tra compratori e venditori

Gli ambientalisti hanno invece lanciato l'allarme sul futuro di alcune di queste specie, già in forte calo come conseguenza dei cambiamenti e della distruzione del loro habitat: la loro sorte è ulteriormente minacciata dai traffici. Se in diversi Paesi europei il traffico di animali è soprattutto da ricollegare a privati ​​e a piccoli delinquenti, spesso senza precedenti penali, a livello internazionale l'avorio, ad esempio, alimenta alcune reti criminali anche terroristiche, come in Mali.

Una delle soluzioni avanzate dagli esperti del settore è il moltiplicarsi dei sistemi di tracciabilità degli animali - quando si tratta di allevamenti - con carte di identità genetiche piuttosto che i classici microchip che possono essere disattivati ​​e sostituiti da altri falsi. Un altro problema riscontrato in Europa e su scala mondiale è l'insufficiente capacità dei Paesi di accogliere e prendersi cura degli animali sequestrati trafficanti, col rischio di essere costretti a sottoporli all'eutanasia in assenza di alternativa.

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