UE: bandire la pesca a strascico da tutte le aree marine protette entro il 2030

23/02/2023

L’atteso pacchetto sulla pesca sostenibile, presentato martedì (21 febbraio), comprende un piano d’azione per la protezione e il ripristino degli ecosistemi marini, una campagna di comunicazione sulla transizione energetica di questo settore e di quello dell’acquacoltura dell’UE, oltre a una valutazione della politica comune in tema (PCP) e dell’organizzazione dei mercati europei, entrambe riformate l’ultima volta nel 2013.

Il punto più contestato dalle parti interessate è l’obiettivo di bandire la pesca a strascico da tutte le aree marine protette (AMP) e di ridurre il suo impatto sui fondali marini.

La pesca a fondo mobile – o pesca a strascico – è un metodo di pesca che prevede il trascinamento di reti pesanti sul fondo marino nel tentativo di catturare i pesci.

Come ha affermato il Commissario europeo per la pesca, Virginijus Sinkevičius, presentando il pacchetto, il piano d’azione non vincolante per l’ambiente marino prevede “la graduale eliminazione della pesca a fondo mobile in tutte le aree protette entro il 2030”.

Questo impegno segue la Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica (COP15), in cui 196 Paesi, tra cui l’UE, si sono impegnati a proteggere il 30% di terre e oceani entro il 2030, in un accordo storico per la protezione della biodiversità.

La Commissione ha anche presentato un piano per la transizione energetica del settore con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Secondo l’esecutivo UE, il settore della pesca è fortemente dipendente dai combustibili fossili e vulnerabile alle fluttuazioni dei prezzi del carburante. Allo stesso tempo, il settore ha emesso 5,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica nel 2019.

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