Raccomandazione relativa al rischio da esposizione alle aflatossine derivante dal consumo di prodotti a base di mais e frutta secca ed essiccata

Le micotossine sono importanti contaminanti alimentari prodotti dal metabolismo di funghi filamentosi (muffe). Tra le micotossine, le aflatossine rappresentano la classe più rilevante sia per tossicità che per diffusione; la principale aflatossina, l’aflatossina B1, può avere una presenza significativa nella frutta secca ed essiccata e nei prodotti a base di mais. Va considerato, inoltre, che i cambiamenti climatici in atto possono contribuire ad incrementare la produzione di micotossine e, quindi, l'esposizione del consumatore. Gli studi scientifici hanno permesso di valutare che l’aflatossina ha una spiccata tossicità soprattutto a carico del fegato e, in seguito ad un’esposizione sostenuta, può anche aumentare il rischio di carcinoma epatico.

In Italia viene attuato uno specifico piano di controllo ufficiale che prevede il campionamento di diversi prodotti alimentari in varie fasi della filiera produttiva. In applicazione della normativa vigente, i prodotti alimentari che presentano livelli di contaminazione superiori ai limiti massimi accettabili previsti dal Regolamento (CE) n. 1881/2006 e s.m. sono considerati non conformi e non possono essere posti in commercio. Tuttavia, non si può escludere che resti un margine di rischio per le micotossine maggiormente preoccupanti, quali l’aflatossina B1, in quanto può esserci comunque un’esposizione alimentare attraverso gli alimenti che presentano livelli di contaminazione inferiori ai limiti massimi accettabili e sono, pertanto, conformi alla normativa vigente.

Per minimizzare l'esposizione alle aflatossine in ambito domestico, la Sezione sicurezza alimentare del CNSA raccomanda di attenersi alle seguenti indicazioni:

- evitare il consumo di prodotti a base di cereali e di frutta secca ed essiccata anche solo parzialmente ammuffiti, in quanto la rimozione delle parti ammuffite non è sufficiente ad eliminare il rischio di esposizione all'aflatossina B1;

- variare per quanto possibile la dieta, evitando stili alimentari "monodieta" o comunque caratterizzati da frequenze rilevanti di consumo dello stesso prodotto.

Data di pubblicazione: 
18/12/2020
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