Speciale Ceirsa: "COVID-19 e sicurezza alimentare: risposte alle domande più frequenti"

Non vi sono dati sull’effettivo tempo di sopravvivenza del virus sugli alimenti. È probabile che sia limitato (nell’ordine di qualche ora, in linea con quanto avviene nelle goccioline) e in ogni caso occorre ricordare che non vi sono evidenze che il virus possa infettare l’uomo attraverso l’ingestione di alimenti.
Il virus viene comunque distrutto facilmente dai trattamenti che gli alimenti subiscono, come il lavaggio e la cottura.
Non vi sono ancora studi specifici, ma si ritiene che il riscaldamento di un alimento a temperature superiori a 65°C per 3 minuti sia sufficiente ad inattivare il SARS-CoV-2.

Secondo diversi organismi internazionali di sanità pubblica e sicurezza alimentare, tra cui il CDC e l'EFSA, al momento non ci sono prove che SARS-CoV-2 si sia diffuso attraverso alimenti o imballaggi alimentari.

È necessario lavarsi le mani dopo aver toccato gli imballaggi, trasferire gli alimenti in contenitori puliti e di nuovo lavarsi le mani prima, durante e dopo la cottura evitando di toccare la bocca, il naso e gli occhi.

Il rischio maggiore consiste piuttosto nella convivialità del pasto. Se ci sono anziani in famiglia, si raccomanda di preparare loro i pasti e portare la spesa, ma di non consumare il cibo insieme a loro in modo da evitare le possibilità di contagio. È necessario che rimangano fisicamente isolati a casa. 

È in ogni caso importante il rispetto delle misure igieniche che andrebbero applicate sempre, come lavarsi le mani accuratamente prima e dopo la preparazione degli alimenti.

Data di pubblicazione: 
26/03/2020
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