Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari

29/10/2022

L'errore, tragico ma evitabilissimo, avviane già in partenza: a livello mondiale, il 14% del cibo prodotto viene perso tra la fase del raccolto e la vendita al dettaglio.

Non solo. Secondo una stima, il 17% della produzione alimentare globale (un miliardo di tonnellate di cibo) viene sprecato. In che modo? L’11% nelle famiglie, il 5 nei servizi di ristorazione e il 2 per cento nella vendita al dettaglio.

Attenzione: non è soltanto un problema etico. A monte, infatti, c’è che lo spreco e la perdita di cibo finiscono per intaccare la sostenibilità economica dei nostri sistemi alimentari.

Eccola, la premessa serissima delle Nazioni Unite sul senso della terza Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari, celebrata proprio oggi, 29 settembre, in tutto il Pianeta. E che tra guerra in Ucraina, emergenza sanitaria e soprattutto energetica, assume un valore ancora più importante.

Coldiretti, servendosi stavolta di dati Onu ricorda che noi italiani gettiamo (sprechiamo) qualcosa come 67 chili di cibo all’anno per abitante. E non siamo dei nababbi! Probabilmente facciamo meglio degli sceicchi dell’Arabia Saudita i quali arrivano a sprecarne 105 di chili di cibo. E siamo più virtuosi degli australiani (102 chili) e del Messico (94 chili). Ma chi è più virtuoso di noi è il popolo russo, con soli 33 chili di cibo buttato: molto meglio addirittura dei sudafricani (40 chili) e degli indiani (50 chili). Però, non per parlarci addosso, ma se considerassimo i Paesi dell’Unione europea, scopriremmo che i cugini transalpini in un anno gettano alimenti per 85 chili a testa; una decina in più dei tedeschi, e otto chili in più degli “Exit europei” inglesi.

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