Obesità, ipotalamo e intelligenza artificiale: i risultati di una nuova ricerca

11/08/2023

L’obesità costituisce un fattore di rischio per molte patologie, incluso il diabete di tipo due, le malattie del sistema cardiovascolare e diversi tipi di cancro. 

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il problema riguarda tra l’altro una fetta sempre più larga di popolazione a livello globale, con il numero di bambini e adolescenti obesi o in sovrappeso più che quadruplicato dal 1975 al 2016.

Un gruppo di ricercatori dell’università di Cambridge (Regno Unito) e dell’università della Pennsylvania (Stati Uniti) ha recentemente analizzato i possibili segnali di questa condizione su quello che viene considerato come il centro di controllo dell’appetito all’interno del nostro cervello: l’ipotalamo. Stando ai risultati del loro studio, pubblicato su Neuroimage: Clinical, le persone obese o in sovrappeso presentano mediamente un ipotalamo più grande rispetto al resto della popolazione.

Grazie a un algoritmo di intelligenza artificiale, gli autori della ricerca hanno analizzato più di 1.300 immagini ottenute tramite risonanza magnetica, con l’obiettivo di comparare le caratteristiche morfologiche dell’ipotalamo in adulti normopeso, sottopeso, obesi o sovrappeso. Secondo studi precedenti condotti su modelli animali, infatti, l’ipotalamo sembra svolgere un importante ruolo nella regolazione dell’appetito.

Come dicevamo, secondo le analisi effettuate dal gruppo di ricerca il volume dell’ipotalamo risulta essere nettamente maggiore nelle persone sovrappeso o affette da obesità, e sembra tra l’altro che esista una significativa correlazione fra l’indice di massa corporea e la dimensione di questa parte del nostro cervello. Tra l’altro, queste differenze di volume sono risultate più evidenti nelle sotto-regioni dell’ipotalamo responsabili (tramite l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene) del rilascio di ormoni che controllano l’appetito.

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