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Studio giapponese su come "allevare" i calamari. Secondo molti è insostenibile!

21/11/2022

Alcuni scienziati giapponesi che hanno sviluppato un metodo innovativo di allevamento dei calamari che potrebbe risolvere la carenza di prodotti ittici di base, ma che alcune associazioni ambientaliste definiscono incompatibile con il benessere degli animali.

La cattura annuale di calamari in Giappone ha raggiunto il picco nel 1989 quando è arrivato all'impressionante numero di 733.594 tonnellate di animali pescati. Nel 2018 era precipitata a 83.593 tonnellate e per colmare il divario il paese ora importa enormi quantità di calamari dal Sud America.

Il tema dell'allevamento di calamari è particolarmente sentito in Giappone. Gli scienziati hanno trascorso decenni cercando di allevare calamari ma i metodi studiati fino ad oggi sono considerati particolarmente impegnativi a causa del comportamento dell'animale e hanno avuto poco successo. Questi molluschi sono molto sensibili alle alterazioni ambientali, hanno preferenze peculiari e un ciclo di vita complesso.

La scoperta è stata fatta dai ricercatori dell'Okinawa Institute of Science and Technology (OIST) che affermano di aver perfezionato un metodo economico ed efficiente con alti tassi di schiusa delle uova e un'alta sopravvivenza degli individui. L'obiettivo principale degli studiosi era minimizzare uno dei principali fattori che rendeva l'allevamento dei calamari fino ad oggi impossibile: l'imprevedibilità degli animali. A detta degli scienziati la loro tecnologia di acquacoltura ha il potenziale per produrre in modo affidabile e prevedibile calamari vivi a un costo accessibile, a discapito, però, di pessime condizioni di vita degli animali.

A rendere ancor più insostenibile questo tipo di allevamento è riuscire a garantire una corretta alimentazione ai molluschi. I calamari, infatti, sono carnivori e per poter fornire prede fresche a questi animali è necessario aumentare ancor più la pesca e l'allevamento intensivo di altre specie ittiche.  Dunque, sarà necessario mettere ancor più sotto pressione pratiche pratiche che già ledono il benessere degli animali, andando a influire ancor più pesantemente su uno dei fattori che è proprio a capo del problema alimentare che stanno cercando di risolvere: la sovrappesca.

Inoltre, secondo l'attivista giapponese Chihiro Okada del Centro per i Diritti degli Animali del Giappone, l'allevamento di calamari presenterà gli altri problemi che accomunano tutti gli allevamenti intensivi. Queste attività sono generalmente poco salubri per gli animali che si trovano ammassati a centinaia in uno spazio molto piccolo. Una quantità tale di animali in uno spazio così esiguo significa la possibilità di una facile trasmissione di malattie fra individui, malattie che come spesso accade negli allevamenti intensivi di altre specie, possono raggiungere anche gli animali in natura.

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