Estate infuocata: quale futuro per l'Italia?

22/07/2022

Quell'estate del 1982, quando l'Italia vinse il mondiale di calcio, le temperature in Europa erano insolitamente elevate. Due ondate di calore colpirono il nostro Paese conquistando le pagine dei giornali. In Sardegna il 25 giugno la stazione meteorologica di Capo San Lorenzo rilevò 46,2 gradi, il valore più alto registrato in quei giorni dalle stazioni meteorologiche dell'Aeronautica Militare. A Roma come a Napoli si arrivò invece a poco meno di 38 gradi, mentre in Sicilia si toccarono i 45 gradi dalle parti di Catania. Un assaggio di quel che sarebbe successo in seguito, con la differenza che da allora l'eccezionalità via via si è fatta norma.

Giugno 2022 e 2003 in Italia. Un valore superiore ad 1 vuol dire una anomalia significativa nella temperatura media dal 1981. Il rosso dunque sta ad indicare che le anomalie sono state più frequenti     

Lo sanno bene alla Fondazione per lo sviluppo dei Big Data e l'Intelligenza Artificiale (Ifab), nata in seno al tecnopolo di Bologna, che ha messo a lavorare i suoi algoritmi sui dati di quest'anno confrontandoli con quelli del passato.

Sin da maggio, gran parte della penisola è stata interessata da anomalie significative nel numero di giorni in cui si registrano temperature particolarmente elevate. Il valore raggiunto nel 2022 su scala nazionale non è mai stato così alto, mentre quello relativo al 2003 è il secondo registrato. Con le regioni del bacino del fiume Po, interessate allo stesso tempo dalla siccità.

Le anomalie, rispetto all'Italia dei mondiali, risultano ancora più evidenti se si considera il mese di giugno: ben al di sopra di quanto si è visto nel corso degli ultimi 42 anni. Per comprendere l'evoluzione del fenomeno, con tutte le cautele del caso, si può far riferimento a quanto accaduto ancora in passato.

 Il vero problema non sono i picchi quanto la durata: è l'aumento dei giorni estivi, nella capitale rispetto alla media del 2007-2016 sono ben 133 in più mentre Napoli sta già sperimentando due mesi aggiuntivi caratterizzati da calore estremo. Perché l'eccezione che diventa nuova normalità ha la forza di cambiare profondamente l'Italia facendola diventare altro.  

National Geographic, basandosi su una elaborazione dell'Università del Maryland, ha provato a immaginare come saranno le nostre città fra cinquant'anni. O meglio, a quali centri urbani di oggi le potremo paragonare. Alcune, circa 90 come Abadan, che sorge a sud dell'Iran al confine con l'Iraq, andranno incontro a condizioni uniche che nessun altra città sul pianeta ha mai dovuto affrontare. In Italia fortunatamente la situazione sarà probabilmente meno disperata, eppure Roma potrebbe assomigliare, in termini di precipitazioni e temperature, a Starvos in Grecia, circa mille chilometri a sud est. Più lieve lo spostamento del clima di Torino che stando alle proiezioni somiglierà a quello di Padova in Veneto. Palermo al contrario potrebbe spingersi verso le attuali condizioni di una metropoli molto più a est, ovvero Jinjing, nella Cina orientale.

Bisognerebbe evitare di illuderci che prima o poi si tornerà al prima. A Roma Milano le giornate di caldo intenso sono destinate a raddoppiare. Nella sola capitale dove la temperatura media è già cresciuta di 3,6 gradi rispetto all'epoca 1971-2000. Non va meglio a Torino dove le temperature continueranno a crescere o a Napoli, mentre Venezia vedrà abbattersi piogge più intense.

 

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Immagine di copertina tratta ifabfoundation.org

 

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