In questa fase di convivenza con il COVID-19, la comunità rappresenta il luogo dove si “gioca” il controllo dell’epidemia ma dove, allo stesso tempo, si possono trovare nuove opportunità per interventi di prevenzione e promozione della salute.
I Dipartimenti di Prevenzione, attraverso i Servizi di Igiene e Sanità Pubblica (SISP), sono fondamentali per la sorveglianza delle nuove infezioni e l’interruzione della catena di trasmissione del virus.
Aspetti di sicurezza dell’uso dell’ozono nel settore alimentare
Ovviamente l’utilizzo dell’ozono sugli alimenti non dà luogo a residui: l’ozono “in eccesso” viene rapidamente trasformato in ossigeno. L’uso a livelli eccessivi a contatto con talune matrici può tuttavia provocare la formazione di composti tossici: questo aspetto va valutato caso per caso (EFSA, 2012).
Gli integratori alimentari possono essere usati per migliorare lo stato di benessere dei soggetti sani, ma il loro utilizzo a scopo terapeutico è improprio e potenzialmente pericoloso per la salute.
Ciò è ancora più vero nei confronti di una malattia “nuova” come il COVID-19.
Adeguati livelli di vitamina D al momento dell'infezione con Sars-CoV-2 potrebbero favorire l’azione protettiva dell’interferone di tipo I – uno dei più potenti mediatori della risposta antivirale dell’organismo – e rafforzare l'immunità antivirale innata.
Le zecche sono artropodi, appartenenti all’ordine degli Ixodidi compreso nella classe degli Aracnidi, la stessa di ragni, acari e scorpioni. Si tratta di parassiti esterni, delle dimensioni che variano da qualche millimetro a circa 1 centimetro secondo la specie e lo stadio di sviluppo.
Scarsa attività fisica, poca frutta e verdura in tavola e in lotta con la bilancia. E’ questa la fotografia scattata dai Sistemi di sorveglianza Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) coordinati dall’ISS sulla popolazione 18-69 anni (Passi) e sugli ultra65enni (Passi d’argento).
E’ la prima volta che i dati delle due sorveglianze escono contemporaneamente sulle tematiche comuni in modo da consentire una lettura integrata su questi aspetti dai 18 in su.
Sia la zanzara tigre (Aedes albopictus) che la zanzara comune (Culex pipiens) non sono in grado di trasmettere il virus SARS-CoV-2.
Lo dimostrano i dati preliminari di uno studio condotto da un team di entomologi e virologi dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, proprio per valutare, attraverso prove di infezione sperimentale, la competenza vettoriale delle due specie di zanzare.
Un nuovo rapporto di OMS, UNICEF e International Baby Food Action Network (IBFAN) rimarca la necessità di un impegno ancora più forte contro la promozione dei sostituti del latte materno.