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Terzo report JIACRA: il rapporto tra consumo e resistenza agli antimicrobici nell'uomo e negli animali

L’antimicrobico resistenza (AMR) è un fenomeno naturale che si verifica quando i batteri diventano in grado di sviluppare dei meccanismi di resistenza che li proteggono dall’azione degli antibiotici.
Negli ultimi anni, l’AMR è diventato un fenomeno sempre più frequente e preoccupante, tanto da rappresentare oggi un grave problema di sanità pubblica in Europa.

Obiettivi del report

Lo scopo del report è quello di fornire un’analisi integrata su una possibile correlazione tra il consumo di antimicrobici e il verificarsi di fenomeni di antimicrobico resistenza in batteri isolati da pazienti umani e da animali destinati alla produzione di alimenti (DPA).

Metodi dello studio

I dati analizzati nel terzo report JIACRA (Analysis of antimicrobial consumption and resistance) fanno riferimento agli anni 2016, 2017 e 2018.
L’analisi ha studiato le diverse correlazioni, schematizzate in figura, tra:

  • AMC e AMR nell’uomo e negli animali DPA
  • AMR nell’uomo vs AMR negli animali DPA
  • AMC nell’uomo vs AMC negli animali DPA.

Figura 1. Rappresentazione schematica delle potenziali associazioni tra il consumo di antimicrobici e lo sviluppo di resistenza, sia nell’uomo che negli animali

Tra le principali classi di antimicrobici più spesso legate a preoccupanti fenomeni di resistenza si trovano:

  • Fluorochinoloni
  • Polimixine
  • Cefalosporine di terza e quarta generazione  
  • Macrolidi
  • Aminopenicilline
  • Tetracicline.

Per quanto riguarda le specie batteriche, sono state considerare quelle principalmente e più comunemente coinvolte nei casi di tossinfezioni alimentari:

  • Salmonella spp.
  • Campylobacter spp.
  • Escherichia coli produttori di verotossine.

Infine, sono stati sviluppati da ECDC, EFSA ed EMA cinque indicatori chiave relativi al consumo di antimicrobici (AMC) e alla resistenza agli antimicrobici (AMR). Lo scopo di questi indicatori è quello di facilitare la valutazione dei progressi raggiunti nella riduzione del consumo e della resistenza agli antimicrobici.
Gli indicatori di AMC (1) e AMR (2 e 3) sviluppati per l’uomo comprendono:
1. Consumo totale di antimicrobico per uso sistemico, espresso in DDD/1000 abitanti/giorno
2. Proporzione di Staphylococcus aureus meticillino-resistenti (MRSA)
3. Proporzione di Escherichia coli resistenti alle cefalosporine di terza generazione.

Per gli animali DPA sono stati sviluppati un indicatore di AMC (4) e uno di AMR (5):
4. Vendite complessive di antibiotici, espressi in mg/PCU (unità di correzione della popolazione)
5. Proporzione di E. coli isolati da polli e tacchini da carne, suini e vitelli, completamente sensibili a una selezione predefinita di antimicrobici.

Risultati dello studio

Nel 2017, nei 29 Paesi EU/EEA il consumo di antimicrobico negli animali DPA è stato di un terzo superiore rispetto all’uomo (6.558 contro 4.122 tonnellate di principi attivi antimicrobici).
Tra gli antimicrobici più venduti, al primo posto in medicina umana ci sono le penicilline, seguite dalle cefalosporine di seconda generazione e dai macrolidi, mentre in veterinaria, ci sono le tetracicline e le penicilline (rispettivamente 30% e 27% del totale).
Tra il 2014 e il 2018, il consumo di antimicrobici utilizzati negli animali DPA è diminuito del 32%, mentre è rimasto invariato in medicina umana.

Nel 2017, per la prima volta, in 20 su 29 Paesi, il consumo di antimicrobico negli animali DPA è stato inferiore rispetto a quello nell’uomo.

Conclusioni

Per la prima volta il consumo di antimicrobici in medicina umana ha superato quello in medicina veterinaria. Questo indica che le misure intraprese per la riduzione dell’utilizzo degli antimicrobici negli animali destinati alla produzione di alimento sono state efficaci ed hanno portato a risultati positivi.

Rimane la neessità di migliorare ed implementare la raccolta dei dati, soprattutto di quelli relativi al consumo di antimicrobici negli ospedali e all’interno delle diverse categorie produttive di animali.

Ulteriori interventi volti a ridurre il consumo di antimicrobici porteranno effetti positivi sull’insorgenza di fenomeni di resistenza. Rimane sempre importante continuare a raccomandare un uso prudente delle molecole antimicrobiche e a promuovere misure di controllo e di prevenzione delle infezioni sia nell’uomo che negli animali.

 

Per approfondire il tema dell'Antibiotico-resistenza 

 

Data di pubblicazione: 
13/11/2021
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